Regia di Hugh Hudson vedi scheda film
"Momenti di gloria" vinse l'Oscar come miglior film nel 1982 e fu accolto da un ottimo successo internazionale, acclamato come esemplare della "British Renaissance" degli anni 80, anche se è un film dal taglio classico che sembra guardare soprattutto al passato, ad un'idea di cinema un pò troppo accademico e non esente da una certa retorica nazionalista che lascia il tempo che trova. Tuttavia, pur nell'ambito di questi limiti stilistici, fra i film a tematica sportiva resta forse uno dei più gradevoli, si avvale di un'ottima rievocazione ambientale, di lussuosi contributi tecnici fra cui la musica di Vangelis divenuta giustamente celebre, ormai un vero inno presente a qualsiasi manifestazione sportiva che conti, e narra una storia che non manca di appassionare lo spettatore, quella di due atleti britannici che partecipano alle Olimpiadi di Parigi del 1924 vincendo la medaglia d'oro nelle rispettive specialità. Mi è piaciuta soprattutto la vicenda di Eric Liddell impersonato da Ian Charleson, che corre per rendere omaggio alla grandezza di Dio e si rifiuta di partecipare a una gara nel giorno di Domenica; non male anche la vicenda dell'ebreo Harold Abrahams, che diventerà un ricco uomo d'affari. Il film non decolla e non diventa davvero memorabile a causa di un'impostazione un pò troppo convenzionale nella sceneggiatura di Colin Welland e nella regia di Hugh Hudson (i cui film successivi hanno confermato la sua modesta statura di regista), ma per chi ama il cinema britannico in costume resta un appuntamento da non mancare; oltre al citato Charleson, nel cast si apprezzano le interpretazioni di Ben Cross, di un ottimo Ian Holm nel ruolo dell'allenatore Sam Mussabini, premiato al festival di Cannes come miglior attore non protagonista, e in piccoli ruoli anche vecchie glorie come John Gielgud e il regista Lindsay Anderson, uno dei fautori del Free cinema anni 60.
voto 7/10
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