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La mia pistola per Billy

Regia di Ted Kotcheff vedi scheda film

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John_Nada1975

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La recensione su La mia pistola per Billy

di John_Nada1975
6 stelle

"Quando sono arrivato qui per la prima volta, c'erano migliaia di indiani e milioni di bisonti. Ora non ce n'è più nessuno. All'inizio andava tutto bene."

 

La storia di un cowboy(Gregory Peck) in fuga dopo una rapina in banca in cui è morta accidentalmente una persona, del suo amico per metà nativo americano e per metà bianco(Desi Arnaz Jr.) e dello sceriffo ottuso e ossessivo che li insegue(Jack Warden). 

 

Un western crepuscolare, girato dal giramondo Ted Kotcheff nel deserto israeliano dopo quello australiano di "Wake in Fright(Outback)", in un'epoca in cui il genere stava diventando obsoleto e il suo attore protagonista, Gregory Peck, sembrava essersi lasciato alle spalle il suo antico splendore. Il film, che fu il primo western americano ad essere girato come detto in Medio oriente prima di tanti altri, non attirò molta attenzione all'epoca; la sua stessa lavorazione dove ricostruire il deserto dell'Arizona in Israele divenne addirittura un motivo zimbello. Cinquantuno anni dopo e a 36 dall'ultima visione, il film merita certamente una valutazione più positiva oggi soprattutto grazie allo splendore dell'alta definizione. Essenzialmente una storia d'inseguimento, la trama è semplice, ma non in senso negativo. Gli attori sono bravi, c'è una storia d'amore ben bilanciata e ben integrata tra il meticcio e la moglie maltratta da un marito bruto, Sian Barbara Allen, e il film riesce per lo più a mantenere viva l'emozione. Inoltre, vanta una prospettiva encomiabile sulla popolazione nativa Indiana, ben lontana dalla Hollywood di un tempo.

Con Peck dall'accento scozzese alquabto insolito, il bulgaro-canadese Kotcheff, trasse la sua regia dalla sceneggiatura originale di nientemeno che Alan Sharp cimentatosi con il western, e con la produzione del celebre Norman Jewison, un'opera che forse è difficile capire perché non abbia avuto cosi successo all'epoca, ma si può ben sospettate che la sua mancanza di glamour e il fatto che sia stato girato in un'epoca in cui i western non erano più di moda siano due fattori chiave. Uno dei maggiori punti di forza del film è ovviamente la sceneggiatura di Sharp, che non solo si concentra sulla star Peck, ma approfondisce con altrettanta cura il personaggio meticcio di Desi Arnaz Jr., lo sceriffo e l'uomo che lo aiuta il grande David Huddleston così attivo anche nei film di Bud Spencer e Terence Hill, la donna che i nostri due eroi incontrano durante la loro fuga. Persino gli indigeni che i due incontrano sembrano aver condiviso questa meticolosità, riuscendo in qualche modo a rendere tutti questi personaggi interessanti con le loro uniche storie.

Il film presenta un'immagine del mito indiano del West al suo declino davvero coraggiosa, audace e raffinata, che contrasta con la percezione generale della popolazione meticcia (persino lo sceriffo, che non è ritratto come particolarmente malvagio, pronuncia la frase "non è nemmeno un uomo comune, è un meticcio" per Arnaz), rendendolo il protagonista del film tanto quanto il protagonista bianco interpretato da Peck. La rappresentazione degli indigeni che attaccano i nostri due fuggitivi sembra ben lontana dall'immagine da "indiani selvaggi" del cinema americano classico. Le parole che sentiamo da Huddleston che aiuta lo sceriffo ma vive con una Squaw Indiana di mezza età e grossa come un gavitello (la zona un tempo era popolata da indigeni), le loro eccentricità (indossano abiti femminili, vagano con una grande fotografia al collo, vanno a caccia di whisky o non lasciano mai andare l'ombrelletto parasole di una donna) e i loro volti malaticci non li ritraggono come spaventosi o comici, ma piuttosto sembrano indicare le vite pietose che conducono (o meglio, in cui sono gettati e costretti). Sì, attaccano e uccidono, ma sembra che non abbiano altra scelta. Inoltre, non dimentichiamo che entrambi i nostri protagonisti sono rapinatori di banche e che, seppur involontariamente, hanno causato la morte di qualcuno.

 

La colonna sonora del sommo John Scott, generalmente si allontana dai classici temi western e a tratti assume persino un'aria nostalgica ma moderna, la fotografia di Brian West, che cattura inquadrature impressionanti di vasti spazi vuoti (una scena di inseguimento al tramonto è davvero impressionante, ad esempio), così come rimane nella memoria la sequenza di tecnica balistica del colpo dalla distanza di due chilometri con il fucile Sharp, di lunghissima gittata per la caccia ai bisonti, con cui Huddleston riesce a colpire il cavallo di Peck in fuga verso le colline, a grandissima distanza e con l'eco dello sparo e del sibilo dei proiettili, nella valle.  Uno solo è forse invece il principale difetto del film: la sua eccessiva modestia. Tuttavia, gli autori sono ben riusciti a catturare l'atmosfera tranquilla e inquieta dell'inizio nonostante (o proprio a causa) della sua semplicità, è avrebbero potuto creare molti altri esempi di questo tipo, che certamente avrebbe reso il film ancora più avvincente e duraturo. Nonostante ciò, il film, che critica pesantemente i "bianchi" (ad esempio, la scena in cui lo sceriffo posa con il cadavere del membro della banda che ha ucciso), la semplice interpretazione-anche co-produttore- di Peck (se forse un po' troppo semplice, e il suo accento scozzese posticcio in originale può risultare distonante), il suo giovane socio con cui ha un rapporto paterno-filiale, Desi Arnaz Jr. nel ruolo del meticcio, un po' oscuro nella prima parte per motivi di sceneggiatura ma che poi si apre, Sian Barbara Allen, attrice scomparsa che poche occasioni ha avuto ma avrebbe meritato, interpreta con successo la donna venduta a un uomo che sa avere rapporti umani soltanto come con i serpenti a sonagli del deserto e per denaro, diventa oggetto di una cercata storia d'amore con il meticcio che si adatta molto bene al film, Jack Warden, offre dal par suo di grandissimo caratterista che era, un'interpretazione ben vivace nei panni dello sceriffo, e il già citato David Huddleston nel ruolo del proprietario della locanda-emporio nel deserto che lo aiuta e suo vecchio amico ex-socio, rendono quest'opera meritevole di attenzione. Come minimo, è un western degli anni '70 che non merita di essere oggi dimenticato, e che vale la pena vedere.

 

 

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