Regia di Barbara Kopple vedi scheda film
Woodstock storia di un'altra era forse. In
cui persone si ribellavano
al canovaccio... della società... così come
conosciuta per intraprendere la
loro grande crociata contropaladiniana. Con il risulato
della sconfitta al grande richiamo
della presunta folla di seguitori nonchè preferiti al
loro spettacolo, contro le altre
canzoni d'altra parte dedite a fare danaro
e altre dosi estemporanee, del genere
400 soldi di solita colletta poetizzandosi però in stile
se quello è un uomo, e altre cose simili,
o denominazioni virali che non li
riguardino, e guardacaso di essere boicottati da quei paesi,
e di non poter essere ascoltati da chi li
ascoltava per il gusto, quasi non contando più
in una maniera ne in quell'altra, il paradosso
dei figli dei fiori dove anche a quelli migliori sembra
oltre ad allevare forse a loro insaputa delle cose
peggiori magari, e embargati in stile
cubismo... per interderci e senza che
se ne siano accorti(?) assurdo, e il
frutto del risultato dunque, ove poter capitare di
selfarsi con in braccio un
gatto pensando perchè no, che fosse un leone,
forse il loro... bada bene, forse no, con la legge
della savana, ossia quando 10 iene si fanno grandi
contro un leone solo, perchè
solo una iena, farebbe brutta figura, anche un leone ha bisogno
di un leone o un'altra leonessa, ovvio per non essere
l'animale più stupido della terra, ma lo scenario di
woodstock cosmopolita è spettacolo assurdo
dove figli dei fiori fumando e arrivati da chissàdove
sfidano magari il grande cocis, della tribù dei seminoles,
con i loro mezzi e progresso e quei
loro pensieri filosofici alla benemeglio, con il cocis odierno
che risponde, le mie parole sono sostenute da armi nucleari,
in caso camminando in soggiorno lungo la via emilia con discrezione
dicendo, raccontala come vuoi, però la storia siamo noi, con il mito
di woodstock sound per lo spettacolo del film.
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