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The Horde

Regia di Benjamin Rocher, Yannick Dahan vedi scheda film

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La recensione su The Horde

di superficie 213
8 stelle

La Francia da qualche annetto a questa parte sforna decine di film di genere , tra i quali una discreta serie di horror, alcuni dei quali davvero di buon livello.
"Deeps in the woods" , "Frontiers" , "Eden Log" , "A l'interieur" , "Trouble every day" , "Martyrs" , "Alta Tensione" sono tutti film interessanti e ben girati , impossibili da realizzare nella nostra italietta berlusconiana.
Questo "La Horde" segue la nuova moda del film apocalittico-zombesco , riuscendo pero' ad essere  abbastanza ancorato al passato a livello narrativo , non eccedendo in soluzioni di messa in scena ipercinetiche ed in un montaggio epliettico  - che invece "funziona" tanto negli horror-action moderni - il tutto e' ben piu' bilanciato e la storia non si perde in un mare di sparatorie inutili.
Non che ci si trovi di fronte ad un film eccessivamente  riflessivo - anche se Romero come al solito aleggia su ogni sequenza - , ma almeno il tutto e' gestito senza esagerazioni e lasciando il giusto spazio a personaggi non monodimensionali  - come spesso accade nel genere -  che risultano coinvincenti grazie anche alle buone interpretazioni di un gruppetto di attori in parte ed affiatato.
Di sicuro impatto poi l'aver ambientato l'azione nella banlieue dove gli zombi-infetti si confondono con l'ambiente e dove e' a volte difficile capire se sono piu' cattivi "loro" od i poliziotti e i criminali asserragliati che li combattono.
I due registi esordienti  Yannick Dahan e Benjamin Rocher infatti pur pescando a piene mani dai classici - Distretto 13 di Carpenter e' chiaramente il riferimento primo - riescono ad agire all'interno del genere , sovvertendone alcuni punti cardine come la non divisione dei buoni e dei cattivi - egualmente bastardi - o come far iniziare il tutto come un  noir alla Melville per poi scivolare lnetamente nel gore piu' estremo.
Un film dei quelli che gli amanti dell'horror non possono perdere perche' ben girato , ritmato , sanguionso al punto giusto e con un finale davvero degno di tale nome.
Eppoi la sequenza con il poliziotto che dal tetto dell'auto stermina cenitnaia di zombi - che corrono e ed emettono urla terrificanti - entra di dirittto tra le migliori del genere.
Politico , ironico e messo in scena con grande tecnica questo e' il tipo di horror che e'  si' moderno ma che ha dei modelli a cui ispirarsi che non sono , fortunatemente , quelli di oggi ma bensi' quelli di ieri.

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