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Charles mort ou vif

Regia di Alain Tanner vedi scheda film

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La recensione su Charles mort ou vif

di alan smithee
8 stelle

 

locandina

Charles mort ou vif (1969): locandina

MUBI

Charles, capofamiglia cinquantenne e rispettato titolare di una nota fabbrica di orologi svizzeri di pregio, che porta avanti preceduto da una dinastia orgogliosamente concentrata su questa attività, vive sulla sua pelle un improvviso crollo emotivo che coincide con i formali festeggiamenti di un importante anniversario occorso all'azienda, e che vede coinvolto nel cerimoniale anche tutto il devoto personale.

Charles è, o meglio era, la quintessenza dell'uomo tradizionalista, vissuto di obbedienza nel rigoroso rispetto di regole di famiglia ferree ed intransigenti.

Ora, improvvisamente, quello stesso Charles si ritrova indotto a mettere radicalmente in discussione la sua esistenza. 

E per farlo, l'uomo sceglie la fuga clandestina, incontrando nel suo peregrinare dapprima solitario, una giovane trasandata coppia di nulla tendenti che vivono ai margini della società, in una casa diroccata abusivamente occupata, e assaporando, per la prima volta, l'emozione una vita più libera, finalmente senza formalità, etichette, regole di comportamento, che scandiscono la quotidianità in stile bohémien dei due stravaganti coniugi. Inutili i tentativi della famiglia per cercare di recuperare il capostipite e tentare di ravvederlo, dopo lo scandalo che il suo atto intransigente ha creato anche sotto sguardo già alterato e contraddetto dei suoi scandalizzati figli, giovani anagraficamente, ma già vecchi nell'animo.

scena

Charles mort ou vif (1969): scena

Charles mort ou vif rappresenta una ulteriore conferma del talento narrativo di uno dei massimi esponenti della cinematografia Svizzera che è Alain Tanner.

Autore di capolavori od opere imprescindibili, a questo cronologicamente successivi, come La salamandra, (1971), Jonas che avrà vent'anni anni nel 2000, (1976), Gli anni luce (1981), Alain Tanner realizza con "Charles mort ou vif" una sorta di dramma esistenziale che descrive disagi, il senso di atonia, nevrosi e la disperata ricerca di un nuovo modo di vivere di fronte a una realtà percepita finalmente come opprimente quale essa è davvero.

scena

Charles mort ou vif (1969): scena

scena

Charles mort ou vif (1969): scena

In un contesto grigio, fuligginoso, che non concede amenità nemmeno alla campagna che ospita l'industriale rinnovato nello spirito, quasi rinato, il film di Tanner si prefigge anche la funzione di coerente risposta alle proteste e allo spirito rivoluzionario del Maggio '68, attraverso una ambientazione che si trasferisce dai moti francesi originari, alla apparentemente impassibile Svizzera.

È qui che la tardiva insoddisfazione verso la vita borghese e il desiderio di un cambiamento radicale viene a sconvolgere la vita di un suo tipico rappresentante, anziché animare, più coerentemente, giovani spiriti inesperti, magari sedotti dal frizzante vento di riforma che si trasformava in qualcosa di quasi palpabile in quei caldissimi anni di rivolta di fine anni '60. 

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