Regia di Paul Thomas Anderson vedi scheda film
E così, mentre tutti gli altri guardano One Battle After Another, io mi recupero There Will Be Blood.
Il film è un capolavoro, sia del genere che del cinema in generale, perché cura ogni singolo aspetto, ogni minimo dettaglio, non lasciando nulla al caso ma trasformando tutto in un quadro perfetto. In ogni inquadratura lo spettatore può cogliere i particolari utilizzati in questo film. Ogni ripresa è perfetta, equilibrata. Ed è anche questo che permette al film di far volare il tempo, nonostante la sua notevole durata.
Naturalmente, tra ciò che funziona nell’epopea di Paul Thomas Anderson, c’è sicuramente il cast: un Daniel Day-Lewis che si conferma (e che poi vincerà l’Oscar) e un Paul Dano molto ispirato. Saranno forse i personaggi (o meglio, sono sicuramente i personaggi) a non sembrare scritti da un uomo, ma da un essere divino disceso sulla terra, eppure sono centrati in pieno. Chi si è occupato del casting non ha fatto semplici buone scelte: ha fatto di più.
Se poi aggiungiamo anche la fotografia, cosa si può dire di questo immenso capolavoro, se non che questa fotografia è perfettamente adatta al film e ideale per raccontare, a livello narrativo, tutto ciò che vediamo?
Vorrei poterlo descrivere a parole, ma il film è davvero troppo sensazionale per essere reso solo a parole. Bisogna vederlo per capirlo, per viverlo. Perché è un film che ti travolge di emozioni ma che allo stesso tempo riesce a mantenerti critico e analitico.
Ma cosa si può dire a un autore che, al suo quinto film, realizza un’opera del genere? Semplicemente, fuori dal ogni concezione.
Giusta menzione d'onore a Dillon Freasier che a una giovane età dimostra di saper fare molto bene
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