Regia di Sean Penn vedi scheda film
Una storia vera, per molti versi estrema e finita tragicamente, viene narrata al cinema da Sean Penn con la giusta sensibilità in quella che forse è la sua opera più matura da regista. Estremamente accattivante nella veste formale, con la bella fotografia di Eric Gautier che riesce a conferire un notevole rilievo ai paesaggi in cui sono ambientate molte sequenze in esterni, pregevole anche nella colonna sonora con musiche e canzoni originali di Eddie Vedder, leader dei Pearl Jam, "Into the wild" può contare su una narrazione sempre coinvolgente, per quanto non sempre esente da luoghi comuni nella rappresentazione dei personaggi (soprattutto la parte ambientata in una specia di comune hippie dove Chris si innamora della giovane cantautrice Tracy ricorda fin troppo certi prodotti analoghi degli anni'70, ormai piuttosto invecchiati). Ottima la scelta e la direzione del giovane Emile Hirsch, che ha il carisma adatto alla parte; fra i caratteristi, fa piacere rivedere il sempre grande William Hurt, la brava Marcia Gay Harden e l'anziano Hal Holbrook, che ha avuto una nomination all'Oscar. La storia di Chris McCandless, della sua fuga dalla famiglia, del rifiuto di un'identità borghese e del suo viaggio attraverso l'America, che lo porterà fino in Alaska ad una morte che può apparire come una tragedia senza senso, riassume in qualche modo uno spirito anarchico e ribelle con cui Sean Penn entra in naturale sintonia, a cui tributa un omaggio molto sentito e accorato in un film stilisticamente libero, che ebbe un buon successo soprattutto di critica alla sua uscita e che dimostra un impegno civile ormai raro ad Hollywood.
voto 8/10
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