Regia di Abel Ferrara vedi scheda film
Go Go Tales non è un film come gli altri, non è neanche un film. Abel Ferrara non ha scritto la sceneggiatura come indicato nei titoli di testa e di coda. Al massimo avrà tracciato quattro linee con una matita che si è ritrovato per caso in tasca, su un blocco note che si è ritrovato per caso davanti, e ha messo in piedi un Night Club in un posto qualunque. E’ la casualità infatti a gestire gli eventi, non la sceneggiatura. E’ come se abbia preso un pugno di attori e li abbia lasciati improvvisare la vita notturna e marcia di downtown. I dialoghi? Quelli non sono stati nemmeno scritti, un purista uscirebbe dalla sala prima ancora di toccare i pop corn. Ma Go Go Tales non ha un pubblico di puristi, non ha nemmeno un grande pubblico, e quelli che ci sono, sono gente che non bada ai dettagli. Abel/Ray mette in piedi un vero e proprio teatrino e lascia che i suoi dipendenti improvvisino e creino un po’ di sano frastuono da loro, con i vocioni degli addetti ai lavori, le spogliarelliste incazzate, gli imprevisti e la casualità che non intreccia storie (quella è causalità) ma descrive la vita. La stessa Asia Argento dice che il bacio-scandalo non era previsto, ma che si è lasciata trasportare dalla parte. Questo episodio, che molti ricondurrebbero e sono liberi di farlo alla personalità dell’attrice (che personalmente vedo molto distante dalle parti che interpreta), invece è la prova che Abel/Ray abbia creato davvero il suo piccolo mondo ideale, e lo abbia fatto con tale intensità che l’improvvisazione ha preso il sopravvento, e i suoi artisti da strapazzo, saltimbanchi, pianisti in miniatura, attori decelebrati e ballerine kitch, (artisti da circo che popolano la sua mente surrealista) sono liberi di fare quello che vogliono sul palco: sono l’anima del palco, ed il loro spettacolo rappresenta la loro stessa anima (anche loro ne hanno una). Non rimane che decidere da che parte stare, e domandarsi fra sé e sé: questo film è uno scatafascio, fa acqua da tutte le parti, è ridicolo ed insopportabile! O forse, questi sono gli aggettivi del Night, e noi ci siamo finiti dentro per un’oretta e mezza senza rendercene conto?
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