Regia di Marc Rocco vedi scheda film

Questa è stata l'ultima impresa interessante dove i due Corey hanno fatto squadra: Bobby Keller (Corey Feldman), adolescente scansafatiche dai voti pessimi, attraversa spesso insieme agli amici la scorciatoia che taglia il giardino del burbero professore Coleman Ettinger (Jason Robards), un pensionato praticante, assieme alla moglie Gena (Piper Laurie), esperimenti di meditazione orientati al raggiungimento di uno stato “alfa”, per vivere insieme nell’aldilà. Una notte, quando Bob corre a casa, urta bruscamente Lainie Diamond (Meredith Salenger), la ragazza di cui è ossessionato (nonostante abbia un rapporto con un’altra compagna di scuola: Shelley). Proprio nell’istante in cui gli Ettinger stanno completando il rito, l’impatto innesca un bizzarro scambio di corpi; l’anima di Coleman entra nel fisico di Bobby, mentre la consorte dell’insegnante in pensione esercita una stravagante influenza su Lainie. Nella giustapposizione intergenerazionale Cole si accorgerà che la dimensione dei teenager è parecchio ostica: dovrà sfidare violenti punk rocker, fidanzati dal temperamento instabile e i ritmi stressanti dell’ambiente liceale. La produzione di "Dream a Little Dream" fu problematica (a partire dall’incidente alla gamba di Corey Haim, il quale l’ha obbligato a recitare zoppo): doveva trattarsi di un lungometraggio esteso in quattro ore, poi dimezzate. Questo ha portato il cineasta Marc Rocco a realizzare un montaggio ellittico, persino frenetico, ove gli stacchi musicali in stile Mtv sono diverse volte repentini e disordinati. La colonna sonora, piuttosto ricca e stridente (spazia dai più contemporanei Mickey Thomas, Danny Wilde, Lone Justice, Michael Damian e i R.E.M. fino ai classici di Otis Redding, Frank Sinatra e Wilson Pickett), cerca di incastrare, romanticamente, le fasi del racconto, ma l’effetto scaturito dà frequentemente la sensazione di un alacre “pasticcio schizofrenico”. Si prova simpatia verso un Feldman scimmiottare i passi alla Michael Jackson (come sia riuscito a conquistare delle belle fanciulle così, comunque, rimane un po’ un mistero… tale inverosimiglianza era un difetto “genetico” dei brat pack), o vedendo il suo “compare Haim” improvvisarsi mentore sulle questioni sentimentali, e allo stesso modo ammalia abbastanza osservare attori di vecchia e nuova generazione confrontarsi in una divertente divergenza di visioni (singolari le riprese del sogno, girate in una strana tonalità blu, leggermente forzati i riferimenti alla cultura pop: perché si cita in continuazione Freddy Krueger?!). Il quadro principale però rimane un mix scombiccherato di idee e talenti; nel complesso accattivante, benché incapace d’avere una coerenza convincente. Il film è recentemente uscito in una (meritata) edizione restaurata: dato il modesto riscontro di critica e pubblico in molti anni infatti rimase relegato ai passaggi televisivi delle reti locali.
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