Regia di Arne Mattsson vedi scheda film
Interessante per ambientazione ed epoca thriller svedese con Ulla Jacobsson davvero molto bella e che si cercò di veicolare anche negli Stati Uniti come simbolo del sesso venuto dalla Svezia ma senza tanta fortuna , un po' frettoloso e e meno riuscito il finale, con tanto di spiegone psicanalitico e poliziesco come andava in voga a quei tempi e arrivando fino ai thriller gialli italiani tipo "Il Rosso segno della follia" di Mario Bava, e "L'Uccello dalle piume di cristallo", ovviamente più moderni e rappresentanti un cinema già all'avanguardia seppur debitore di questi modelli, soltanto di un quinquennio più tardi.
Però i particolari dei polsi tagliati in primo piano con il rasoio alla moglie meza narcotizzata nella vasca da bagno per inscenare un suicidio, da parte del malvagio e diabolico marito finto innamrorato, e come sempre interessato soltanto all'eredità e al valore della casa di mode(come ne "La Ragazza che sapeva troppo" o "Sei donne per l'assassino" e altri, un classico delle ambientazioni borghesi/jet-set)di cui ella è titolare, sono un bel salto in avanti di violenza grafica mostrata agli spettatori, per i tempi. Non uno dei titoli minori nella numerosa filmografia dello specialista dei generi thriller e giallo Arne Mattsson, servito da una bella fotografia in B/N, e da una curata edizione italiana -nonostante la piccola distribuzione regionale-, che oltre ad adattare i titoli italiani, adatta nella nostra lingua pure le insegne e i cartelloni, le pagine e le civette dei giornali, biglietti e lettere scritte. Mica come NON si fa oggi, che per tutti è obbligatorio l'albionico.
Tanti presenti attori e collaboratori anche bergmaniani e di Sjöman, successivamente.
Colonna sonora datata.
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