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Ripudiata

Regia di Giorgio Walter Chili vedi scheda film

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La recensione su Ripudiata

di mm40
4 stelle

Bianca, madre di un bambino piccolo, viene ripudiata dal marito in quanto adultera. Tutte menzogne inventate dalla sorella dell'uomo, per interessi personali. Bianca rimane sola, ma trova il successo come cantante lirica; eppure non può continuare a stare lontana dal figlioletto. Il destino la metterà di nuovo di fronte al marito, per una complicatissima resa dei conti.

 

Il classico melodrammone a tinte forti che andava per la maggiore all'epoca nelle sale di tutto il Paese: Ripudiata è un'opera discretamente prevedibile che non si distingue granché dalla miriade di pellicole simili coeve, ma rimane comunque un lavoro portato a termine con rigore professionale e mezzi adeguati. Dietro la macchina da presa c'è un buon artigiano attivo già da circa tre lustri, Giorgio Walter Chili, e davanti compaiono alcuni nomi di sicuro interesse come Hélène Remy, Alberto Farnese, Giuseppe Addobbati, Laura Nucci, Vittorio Duse, Milly Vitale e Gianni Rizzo, con particine anche per Ugo Sasso, Memmo Carotenuto e per una giovanissima Virna Lisi. La storia è complicata quanto basta per il genere, che prevede l'incombere di tutta una serie di disgrazie sui protagonisti (nel caso specifico si materializzano tutte sulla povera Bianca/Remy) fino all'esito conclusivo che può essere esclusivamente di due tipi: catastrofico oppure meraviglioso. Non sono previste mezze misure nel filone e questo, d'altronde, era ciò che accattivava tante simpatie da parte del pubblico dei tempi. Il soggetto risulta attribuito sui titoli di testa ad Alfred Niblo, mentre la sceneggiatura è firmata da Jacopo Corsi e Luigi Galli; le musiche sono di Carlo Rustichelli. Il bolognese Chili tornerà a dirigere un lungometraggio solamente nel 1959, e sarà il suo ultimo: Caterina Sforza, la leonessa di Romagna. Poi, la prematura scomparsa. 4/10.

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