Regia di Giuliano Carnimeo vedi scheda film
Carletto, italiano giunto clandestinamente in Brasile, è sulle tracce di un'eredità che si pregusta molto ricca. Sulla sua strada incontra il malvivente chiamato Tigre e con lui e il suo aiutante Augusto viene rapito dal boss don Rosolino, che accampa diritti sull'eredità di Carletto: una preziosissima pistola in passato appartenuta proprio a don Rosolino.
Coproduzione italobrasiliana, Carioca Tigre è una commediola stereotipatissima dall'ambientazione esotica basata su un canovaccio quanto mai blando: un terzetto sgangherato di antieroi impegnato nella ricerca di un tesoro ambito dal cattivone di turno; tranelli, dispetti e gag telefonate a riempire. Giuliano Carnimeo dietro la macchina da presa sa perfettamente come confezionare un prodottino di tale risma, così come non deve essere costata grande fatica la sceneggiatura partorita da Tito Carpi (anche soggettista), Leila Buongiorno e Luiz Antonio Pià. Il ritmo se non altro è discreto, mentre nel reparto interpreti spiccano indubbiamente i nomi di Aldo Maccione e Antonio Cantafora, che con lo pseudonimo di Michael Coby aveva già rivestito i panni del sosia di Terence Hill nelle due pellicole precedentemente dirette da Carnimeo Simone e Matteo – Un gioco da ragazzi (1975) e Il vangelo secondo Simone e Matteo (1976); in ruoli minori troviamo quindi Enzo Robutti, Renato Pinciroli, Nello Pazzafini, Cesar Romero e Augusto Enrique Alves. Lo humour è terra terra, ma mai gratuitamente volgare; la confezione è sostanzialmente potabile e si segnala la firma di Salvatore Argento in produzione, per la parte italiana naturalmente. Quanto alla colonna sonora, non eccellente ma di discreto impatto, qui si scomodano tre nomi di alto livello della musica brasiliana: Chico Buarque, Vinicius de Moraes e Toquinho. 3,5/10.
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