Regia di Mario Volpe vedi scheda film
Alberto, nobile, ha una relazione con Franca, figlia di un fattore; nasce un bambino, ma lui abbandona il piccolo e la madre. Tornerà sui suoi passi solamente anni dopo, per insidiare questa volta Vera, sorella minore di Franca. Ma Giovanni, innamorato di quest’ultima, tenta di uccidere Alberto. Epilogo tragico dietro l’angolo.
Se il nome del regista Mario Volpe non vi dice nulla, è tutto a posto: il Nostro non ha mai realmente riscosso successo nel cinema, seppure la sua filmografia risulti piuttosto nutrita. Ma le tre fasi in cui essa è suddivisa nettamente raccontano tutto ciò che c’è da sapere su Volpe: negli anni Venti gira qualche pellicola muta di scarso spessore; tra i Trenta e la prima metà dei Quaranta dirige una manciata di titoli per una casa produttrice egiziana, lavorando quasi sempre in Africa; infine, dal 1950 al 1956, licenzia tre lungometraggi in terra italica per il pubblico suo conterraneo, prediligendo opere di marcato genere popolare e andando in ogni caso incontro a un tris di flop. Le due sorelle è il primo di questi tre titoli, scritto da Enrica Bacci (che è anche produttrice del lavoro), Hally Muldray, Wanda Petti e dallo stesso regista; un melodramma eccessivo da qualsiasi prospettiva lo si voglia inquadrare, che si rifugia in una specie di lieto fine oggettivamente ben poco lungimirante e speranzoso. Emozioni facili, dialoghi retorici, personaggi un po’ troppo grezzi: in Le due sorelle c’è tanto di prevedibile e neppure la durata di appena un’ora e un quarto circa riesce a limitare i danni (specie se si considera quello sciagurato finale); nel cast compaiono, tra gli altri: Vera Carmi, Iole Paoli, Enzo Fiermonte, Checco Durante e Sandro Ruffini: per il contesto più che sufficienti. Il lavoro successivo del regista sarà, due anni più tardi, un altro melodramma senza mezze misure: Papà ti ricordo (1952). 2,5/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta