Regia di Laurence Malkin vedi scheda film
Lo Scontro di Civiltà, come i media hanno ribattezzato il conflitto scaturito dalle stragi dell’11 settembre 2001, ha sostituito nell’immaginario del cinema internazionale (e americano in particolare) il sottofilone che vedeva al centro di battaglie e guerre il Vietnam e i suoi derivati. Dopo Il mercante di pietre, quest’inizio di stagione ci riserva Five Fingers, thriller psicologico ad alta tensione che racconta di un giovane olandese pieno di ideali in trasferta marocchina per avviare un’organizzazione umanitaria a tutela dell’infanzia malnutrita. Ma visto che oggi i cattivi sono i terroristi (possibilmente neri o mulatti), ecco irrompere sulla scena un gruppo non ben identificato che rapisce il fanciullo mettendolo nelle mani del sadico carceriere Ahmat. Consumata la prima parte del reato, sceneggiatori e registi si adoperano per farci conoscere i retroscena della scelta del malcapitato (pianista talentuoso e idealista, certo, ma a portarlo in Marocco è soprattutto Saadia, una splendida immigrata conosciuta in Olanda...). Il resto del film si concentra sulla sfida a scacchi (reale e metaforica) forzatamente imposta da Ahmat al rapito. Il prodotto è medio e vive essenzialmente delle performance attoriali: spicca fra tutti il mai dimenticato ex ragazzino di Apocalypse Now, Laurence Fishburne, talmente attratto dalla storia da produrla.
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