Regia di Alberto Sordi vedi scheda film
Quando vidi il film molti anni fa, lo trovai un'opera simpatica ma niente di più, considerato che adoro Alberto Sordi e il suo cinema. Rivisto più recentemente invece, trovo che la pellicola sia dovvero godibile. Il ritratto di questo Borghese ricco, donnaiolo, con il mito della conquista della donna ad ogni costo come affermazione di se stesso contrapposta a quella di un figlio, timido, imbranato e impacciatissimo con le ragazze centra in pieno il passaggio generazionale tra un certo rampantismo italiano in auge in Italia dal dopoguerra fino agli anni '70 e la nuova generazione più timida e forse più problematica emersa negli anni '80. Sordi ancora una volta centra il bersaglio. Certo il film non è tra i suoi lavori migliori. C' è qualche esageerazione nel linguaggio specie nella prima parte, ma il mestiere e la bravura dei due protagonisti sopperisce. Il film segna anche un passaggio di testimone tra Sordi e Verdone, il quale riceve un grande omaggio dal "maestro" in questo film. Il giudizio di film tv mi pare, come spesso nei confronti delle opere di Sordi e con Sordi, superficiale e prevenuto. Non è un capolavoro, ma un buon film, una buona commedia, oggi se ne vedono raramente.
Classica di Piero Piccioni
Brava e anche un' eccellente attrice di teatro.
Forse una delle sue migliori interpretazioni, nella parte del giovanottone timido e impacciato è davvero bravissimio, credo abbia tratto beneficio nell' incontro con Sordi.
Sempre un greande commediante, molto generoso con Verdone in questo film. grande Alberto!
A servizio di se stesso e di Verdone. Sordi era un grande attore, non un grande regista ma neppure pessimo come molti critici affermano.
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