Regia di Richard Lester vedi scheda film
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Le migliori farse di cappa e spada funzionano perché dietro le battute dimostrano un amore per il genere che stanno prendendo in giro, e questo è certamente il caso. Richard Lester e lo sceneggiatore di cotanta barba George MacDonald Fraser hanno dato seguito alla loro collaborazione che iniziò con " I tre (o quattro) moschettieri" con questo adattamento del secondo romanzo di Fraser sul personaggio molto noto in terra anglosassone di Flashman, e che presenta molti dei pregi dei film precedenti. Se è meno efficace, è soprattutto perché si affida troppo alla commedia: molte battute sono pesanti e ripetitive, le scene slapstick si protraggono troppo a lungo.
Un'altra differenza rispetto ai film dei Moschettieri è che non ci sono eroi, solo un antieroe protagonista, il codardo e ribelle Capitano Harry Flashman (Malcolm McDowell, ottimo), e la serie di cattivi che lo minacciano. A guidare questi è il grande Oliver Reed nei panni dello spietato statista tedesco Otto von Bismarck, la cui scena migliore è all'inizio, quando il viscido Flashman lo umilia manovrandolo per arrivare a una rissa con un pugile inglese dei pesi massimi in pensione, che poi si sbarazza in fretta del diplomatico prussiano troppo sicuro di sé. Bismarck assicura freddamente a Flashman che avrà la sua vendetta.
La sua opportunità arriva quattro anni dopo, quando coinvolge "Flashy" in un mortale complotto politico sul continente. La storia è un fedele adattamento del romanzo di Fraser, che rielabora " Il Prigioniero di Zenda " di Anthony Hope e lo ambienta al confine settentrionale della Germania durante la guerra dello Schleswig-Holstein del 1848. Flashman viene convocato in Baviera da una sua vecchia amante, la famigerata Lola Montez (Florinda Bolkan)in uno dei suoi rari ruoli non italiani – un altro personaggio storico – ma viene incastrato per un crimine dall'aiutante di Bismarck, il libertino e furfante Rudi von Sternberg (Alan Bates), -sarebbe interessante vedere in quale altro film possiamo trovare tre dei più rappresentativi e straordinari protagonisti del cinema britannico de loro tempo e segnatamente negli anni '70, come McDowell, Reed, e Alan Bates assieme. A Lester è riuscito-, e indotto con l'inganno a fuggire nel fittizio Ducato di Strackenz. Bismarck vuole annettere Strackenz alla sua confederazione tedesca attraverso un elaborato complotto che vedrebbe Flashman impersonare il principe danese che sposerà la gelida duchessa di Strackenz, Irma (Britt Ekland), subito piegata in calore alla prima notte di nozze, dall'incommensurabile potere di "grande fava" come direbbe QT che sicuramente sarà estimatore del film, di McDowell. Naturalmente, tutto va terribilmente male e Flashy finisce per essere inseguito in un vecchio e tetro castello tedesco da Sternberg e dagli altri tirapiedi di Bismarck, tutti cattivi da opera comica, tra cui un eccezionale Lionel Jeffries nel ruolo di Kraftstein, che ha una fantastica mano di ferro a tre dita.
Malcolm McDowell è occorre rimarcarlo particolarmente ben scelto per il ruolo del Capitano Harry Flashman, bravo come era sua caratteristica nel mostrare sempre il giusto mix di compiaciuta arroganza e sfacciata millanteria quando è al comando, di servile servilismo quando è minacciato. Alan Bates è bravo non è una novità nel ruolo di Sternberg, l'analogo di questa storia al Rupert di Hentzau di Hope, ma non abbastanza bravo da rubare la scena come fa il personaggio Rupert in ogni adattamento cinematografico di Zenda. Ci sono diversi eccellenti duelli semiseri con sciabole di cavalleria, tutti coreografati dal brillante regista di combattimenti William Hobbs, che aveva svolto lo stesso ruolo per i film dei "Moschettieri", di Lester. E con il veterano direttore della fotografia Geoffrey Unsworth dietro la macchina da presa, il film è visivamente fantastico. Ma all'epoca, "Royal Flash" uscì solo in un numero limitato di sale cinematografiche italiane, e non ricevette recensioni positive in questo paese mediterraneo, il che gli ha lasciato una reputazione di mediocrità non del tutto giustificata, riscoperta allo status di culto dei titoli di McDowell post- "O Lucky man!", grazie soprattutto alla sua prima uscita in alta definizione con i BD U.K./U.S. del 2013. Non aiuta il fatto che si collochi tra i più grandi film di cappa e spada di Lester, i film sui "Moschettieri", e il molto bello "Robin e Marian" (1976), ma preso per quello che è, vale certamente la pena.
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