Regia di Edwin L. Marin vedi scheda film
Un ladro gentiluomo cerca di redimersi, ma il suo passato criminale non lo molla, costringendolo a proteggere la giovane figlia da vecchi guai, mentre la moglie cerca di liberarsi di lui, creando una spirale di crimine e inganni, in un'atmosfera tesa e ambigua. Harry Melton, il protagonista interpretato da Brian Donlevy, ci viene mostrato come un un eroe non convenzionale, un ladro di alta classe che opera secondo un proprio codice morale, un archetipo affascinante del cinema dell'epoca.
Il fulcro della storia è la sua missione per proteggere la figlia dalle conseguenze delle sue azioni passate, un tema di redenzione e responsabilità. Il film anticipa il genere noir con atmosfere cupe, personaggi moralmente grigi, intrighi, e l'ambiguità del protagonista, che lo rende un'opera "da riscoprire". Nonostante fosse un film a basso budget, riesce a offrire una narrazione avvincente, unendo azione, commedia e dramma, e sorprendendo per la sua modernità.
La regia di Marin si attiene alle convenzioni di Hollywood del periodo, con un'impostazione narrativa lineare e un uso classico della macchina da presa, senza sperimentazioni formali. L'attenzione è più sugli attori (Brian Donlevy, Miriam Hopkins) e sui loro scambi verbali, tipico delle commedie dell'epoca, che su virtuosismi registici. L'obiettivo principale è l'intrattenimento leggero, con una regia che serve la sceneggiatura e la performance degli interpreti, offrendo un prodotto ben confezionato ma non rivoluzionario.
Nel complesso l'ho trovato un buon film, non un capolavoro sicuramente, ma godibile.
Io la difendo (1942): Preston Foster, Brian Donlevy
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