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I bastardi

Regia di Duccio Tessari vedi scheda film

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Ted_Bundy1979

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su I bastardi

di Ted_Bundy1979
stelle

Margaret Lee una apoteosi di avvenenza femminile è il motivo di primario interesse(non che l'esotica Claudine Auger sia molto da meno), di questo filmetto gangsteristico innervato dai sadomasochismi dei selvaggi e violenti pestaggi su faccia e mani, nella polvere e nel fango, allora tanto in voga con il western. Opera ovvio di un maestro indiscusso della follia al cinema e non solo, come Herr Klaus Kinski, Adam il fratellastro degenere e bastardo del protagonista Gemma.

D'altronde Tessari- Gemma erano tra i campioni indiscussi del genere, e provenivano da diversi titoli di enorme successo, precedenti. Bella la fotografia di Carlo Carlini,  l'ambientazione nel New Mexico che poi come l'Arizona diventò Stato di ambientazione per vari film italiani di genere, e allora molto "esotico" e nuovo, per un pubblico italiano ancora non certo "viaggiatore" di massa.

Ironicamente becero ma sapido, il mettere sempre la ''mà Baker" interpretata dalla Hayworth(doppiata da Andreina Pagnani) in una delle sue ultimissime apparizioni, nota alcolizzata del cinema, sempre alle prese con il suo ricercato "buon whisky", e casse intere, sempre bottiglie in mano, di JB messo a favore di camera in ogni minima occasione e da ogni personaggio.

Ci sono buone intuizioni che in parte percorrono anche certe ricercatezze ''hard boiled" dei gangsterici e polizieschi italiani più seri, di lì a poco, per primi ovviamente di Di Leo e De Martino, che usava anche lui girare film di rapina e gangster con cast e ambientazioni americane.

Ma a Tessari per un modo o l'altro mancava sempre qualcosa- tranne in rarissimi casi come "La Morte risale a ieri sera"(I Milanesi ammazzano al sabato), e "Tony Arzenta- Big Guns", per avere quella serietà e cattiveria adatte a rendere indimenticabili per piglio incisivo opere di questo tipo, e di quel cinema. C'è sempre un pò di tono leggero e che sorvola su certe cupezze che invece sarebbero molto utili, inoltre la colonna sonora di Michel Magne riarrangiata non accredito da Carlo Rustichelli, non è adatta per il film e non dice nulla. 

Notevoli alcune finezze fotografiche come il campo immenso di fiori rossi nei quali si ritrovano sdraiati Gemma e la Lee, in prefinale.

Serge Marquand "capellone" presente per la quota di co-produzione francese.

Il finale con l'improvviso terremoto cerca di smuovere la prevedibilità di un finale con duello-confronto inevitabile e fratricida fra i due fratelli nemici, ma è più assurdo e visivamente poveristico, realizzato solo con una villa diroccata dal crollo nel deserto, un pò di assi e calcinacci, qualche trave a terra. 

Insolita breve apparizione di Mirella Pamphili, nei ruoli di una ballerina nella solita scena al night. 

Menzione d'onore per le belle scenografie "Camp" di Luigi Scaccianoce, soprattutto l'appartamento di Klaus Kinski giallo e blu è meraviglioso.

 

John Nada

 

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