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American Fever

Regia di Claudio De Molinis vedi scheda film

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La recensione su American Fever

di mm40
2 stelle

Tony è un giovane di belle speranze che di recente ha visto due film che lo hanno poisitvamente sconvolto: Rocky e La febbre del sabato sera. Perciò ogni mattina va a correre e ad allenarsi per le vie di Roma come Stallone e ogni sera va a ballare la disco dance come Travolta. Nel frattempo campa con un lavoretto a un distributore di benzina, sognando però di sfondare nel cinema come i suoi idoli, con la complicità di un amico aspirante sceneggiatore e regista.

 

L’obiettivo di questa pellicola è fin troppo scoperto: cavalcare l’onda del fresco successo de La febbre del sabato sera e di conseguenza incassare senza troppi sforzi, né economici né tecnici; Claudio De Molinis – alias di Claudio Giorgi, all’anagrafe Giorgiutti – e i suoi collaboratori riescono però a combinare una serie di pasticci non da poco, che minano qualsiasi potenziale appeal dell’opera. American fever non precipita mai nel ridicolo, sia detto subito, ma è comunque un lavoro fatto con evidente approssimazione (nella scrittura, nella regia, nella recitazione, nella confezione) e che, come rilevato poche righe fa, non ha granché di originale. Pretendere di fare un film senza idee (a parte quelle riciclate da altri lavori), ovviamente, non è mai una scelta felice e anche in questo caso il progetto ha finito per rivelarsi molto poco appetibile. Tanto che American fever è riemerso dai meandri del web solamente nell’estate del 2025, a quasi mezzo secolo dalla sua uscita. La cosa probabilmente più fastidiosa in assoluto nell’opera sono le frequenti sequenze di ballo, inutili ai fini della trama e neppure particolarmente elaborate o acrobatiche. De Molinis firma anche il soggetto, insieme a Luigi Montefiori, che risulta l’autore unico della sceneggiatura; nel cast i nomi principali sono quelli di Mircha Carven, Zora Kerova, Vincenzo Crocitti e George Eastman, ovverosia il già citato Montefiori. Si segnala una delle classiche incursioni cinematografiche di Jimmy Il Fenomeno, per l’occasione ballerino di disco dance. 2,5/10.

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