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Il grande silenzio

Regia di Sergio Corbucci vedi scheda film

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Ted_Bundy1979

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La recensione su Il grande silenzio

di Ted_Bundy1979
7 stelle

Uno dei più grandi e "atipici" -in tutti i sensi a partire dal protagonista Trintignant-, western italiani in assoluto, e anche con una delle colonne sonore di Morricone più "sottotraccia", sommesse, ma più belle e con un tema d'amore di lirismo eccezionale, fra le tantissime composte per i western. Il master adesso pure 4K della Film Movement fa apparire per nuovissima gradazione e calibrazione colore, intensità luminanza luce della abbacinante ambientazione nevosa a Cortina, ogni vecchio nebuloso e oscuro master che è stato propinato in troppe edizioni per la presa di culo dell'appassionato, perdurata negli ultimi venti anni. Erano quasi tutti mediocri e non rendevano giustizia alla grande fotografia di Silvano Ippoliti, realizzata tra l'altro in condizioni meteo di nevicate e temperature tanto avverse.

 Forse guardate, a memoria viva e subitanea, uno dei soli due film-non solo del western italiano- ma della Storia intera del cinema, ad avete un finale tanto nero e negativo, da essere appunto così realistico. E' proprio raro che un personaggio a tal punto malvagio e detestabile quanto Tigrero/Klaus Kinski, alla fine vinca praticamente su tutta la linea, e uccida i tre buoni protagonisti compreso uno sceriffo interpretato dal grande Frank Wolff, la divina Vonetta McGee, compreso l'antoeroe protagonista, un odisseico Jean-Louis Trintignant/Silenzio, muto perché non può parlare, per l'intero il film.

Corbucci volle duro come era, e mantenne l'incredibile finale che più nichilista non si può, l'altro consolatorio lo fa addirittura preferire questo finale pessimista,  perché eccede all'opposto in irrealismo positivista.

No, rispetto all'altro è impossibile preferirlo perché dà un tono all'intero film talmente tragico e intenso, disperato, cogliendo un livello altissimo, probabilmente il più alto risultato d'autore di tutta la sterminata filmografia di Sergio Corbucci.

E assolutamente non in linea quindi con le favole del cinema e le esigenze della produzione dell'epoca-di tutte le epoche-, poiché un finale come quello vero e corbucciano scelto- che a seconda di ciò che si richiederebbe da un film nel momento della visione potrebbe benissimo anche essere sentito come inaccettabile, detestabile-, comprensibilmente veniva rifiutato dal pubblico. La vita reale è già talmente di merda e ingiusta che non vince mai il meritevole figuriamoci il bene, da vederla poi così fedelmente riprodotta anche sullo schermo. Ma quello era vero cinema con anche inaudite libertà creative all'interno di un sistema molto spesso di alto artigianato ma anche grande professionismo e tecnica se non convinzioni accademiche quasi sempre nocive, non soltanto mero intrattenimento.

L'altro film dal finale più nero mai visto e in cui il malvagio vince la intera posta di milioni, e fa persino morire lentamente in agonia una donna bellissima come la protagonista Jaclyn "Charlie's Angels" Smith, bruciata, ustionata dal vapore in un bagno sauna, è interpretato da un Robert Mitchum senza alcun scrupolo, cattivissimo e scaltrissimo. Eppure riscuotendo ancora un filo di ultra cinica simpatia.

 

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