Regia di Federico Fellini vedi scheda film
Il Fellini che preferisco, il Fellini "superiore", quello più apprezzabile, che seppe mantenere inalterato il parsimonioso equilibrio nell'opera, fu indubbiamente artefice di capolavori importanti.
Amarcord è una delle sue rappresentazioni di cinema più perfette in quanto il sogno, elemento allegorico che sta al centro della sua arte, assume più che mai l'appellativo di "romantico". Nello specifico questo è quello che appartiene alla sua infanzia, legato alla sincerità più innocente. Un sogno che si libera di quell'introspezione autoriale più fastidiosa, meno comprensibile. Amarcord è dunque un incantevole viaggio che va da un anno all'altro ambientato nei luoghi nativi più cari al pluripriemato regista. Ovvero la sua amata Rimini al tempo di un immaginario ventennio fascista. Un film così ben fatto da poterlo guardare anche in ordine non cronologico, suddividendolo in capitoli come nel dvd. L'ironia del film beffarda e penetrante non risparmia nessuno.. I personaggi protagonisti sono un curioso ibrido, composto da una caratterizzazione caricaturiale e da una straordinaria autenticità verosimile. Ne sono un esempio evidente tutti, dagli attori principali a quelli secondari: Armando Branca (Aurelio Biondi), Nonno "Titta" (Giuseppe Lanigro), "La gradisca" (Magali Noel), Titta Biondi (Bruno Zanin), e potrei continuare fino alla fine.. Fellini riesce nell'impresa quasi impossibile di rendere memorabili tutti questi personaggi, Amarcord è quindi un autentico capolavoro dalla fruibilità immediata e da un verve comica esilarante, ma al contempo drammatico e profondo. Ogni riassunto è completamente superfluo, perchè siano al cospetto di un'opera indispensabile che non può non essere vista e posseduta.
9/10
Amarcord (1973): scena
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta