Regia di Jean Delannoy vedi scheda film
Negli anni sessanta l'avvento di James Bond con "Agente 007 - Licenza di uccidere" nel 1962, modificò profondamente non soltanto il cinema di genere spionistico d'azione, ma tutto il cinema mondiale. Fino ai primi anni settanta o oltre, centinaia di titoli d'imitazione e provenienti da ogni continente e Paese, Asia, Europa, Stati Uniti, e altre parti del mondo inondarono il mercato. La maggior parte di queste erano film di serie B stereotipati e d'azione fatti in Francia e in Italia come "Kiss Kiss - Bang Bang" e "Agente segreto Super Dragon" (non a caso tutti e due del 1966), ma già iniziavano film più seri e drammatici all'interno del genere che si discostavano dalla fantascienza o dall'avventuroso o fumettistico, rappresentando molto realisticamente il mondo dello spionaggio quali "La spia che venne dal freddo" (1965) di Martin Ritt, e basato sul romanzo di John le Carré, "Ipcress" (1965) di Sidney J. Furie e "The Quiller Memorandum" (1966), con una sceneggiatura di Harold Pinter.
"La Peau de Torpedo" aka per i mercati anglofoni "Only the cool aka Pill of Death aka Children of Mata Hari" (1970) di Jean Delannoy non rientra a pienamente in nessuno dei diversi schieramenti, sempre facendo leva sulla cupa rappresentazione da Guerra Fredda del mestiere delle spie, tipica dei romanzi di Le Carré, e imbastendo contemporaneamente una trama incredibile, contorta e improbabile da fare sembrare quasi plausibili, al confronto, le avventure di Sean Connery o Roger Moore alla 007. Ciò che rende il film degno di essere visto, oltre al bel cast europeo con tanti nomi quali Stéphane Audran, Lilli Palmer, Michel Constantin e Klaus Kinski, è la sua non convenzionali narrativa che lo fa iniziare come un normale thriller di spionaggio e negli ultimi trenta si trasforma in uno spettacolare film d"azione lenta e violenta che lo fa diventare imprevedibile per tutto il resto della sua lettura
Dominique (Stephane Audran) è una bellissima moglie gelosa e sospettosa che il marito Nicholas(Frederic De Pasquale) antiquario sempre in giro per l'Europa se non il mondo, la tradisca. In verità lui ha una doppia vita per cui la sua professione è soltanto una copertura per missioni di inganno, come di donne che lo coprono inconsapevoli, con cui va a letto per poi eliminarle. La sua ultima missione trattava dello scassinamento di una cassaforte industriale, e la fotografia di documenti governativi top secret. Ciò ha attirato l'attenzione di un gruppo sotto copertura dei servizi segreti francesi comandato da Coster (Michel Constantin), e Nicholas è costretto dalla sua di "agenzia" a nascondersi con la collega agente e modella sotto copertura, la supertopAAA Francoise (Catherine Jacobsen) nel suo appartamento. Per fatale casualità un'amica di Dominique vede la coppia insieme e la mette al corrente. Immediatamente già sospettosa, li segue nel loro nascondiglio.
Gli eventi cambiano in maniera del tutto inaspettata dopo un inizio alla Francoise Sagan, perché Dominique appare improvvisamente nell'appartamento e poco credibilmente dopo una colluttazione spara sia a Nicholas che a Francoise durante. In preda al panico, Dominique fugge da Parigi verso un lontano porto costiero dove si nasconderà non potendo andare in nessun posto con i suoi documenti, su di un peschereccio ormeggiato, grazie Al gentile spasimante incontratala per caso alle banchine dei pescherecci, l'italiano Gianni (Angelo Infanti, anche in originale con la sua voce), custode dell'imbarcazione è spirito anticonformista. Nel frattempo, l'omicidio di Nicholas innesca la ricerca all'uomo per il suo assassino da parte del suo stesso gruppo sovversivo e della cellula francese segreta di Coster, simile alla CIA, la quale sospetta che l'assassino sia in possesso del microfilm mancante.
Le informazioni più cruciali sui microfilm vengono nascoste per tutta la durata non solamente a Dominique, ma a tutti, e compreso lo spettatore. Delannoy fa buona specie del dispositivo hitchcockiano del Macguffin – in questo caso, il misterioso assassinio di un agente segreto e la scomparsa della sua valigetta– per mettere in moto la trama, apparendo meno di interesse la posta in gioco in sè, o le considerazioni globali sulle implicazioni dello spionaggio, rispetto al creare il suo mondo sommerso e amorale in cui quasi tutti sono spie, informatori o opportunisti. Persino Gianni, come avrà nel finale a informarla Constantin, il quale sembrava essere l'uomo più benevolo che Dominique abbia incontrato, si rivela essere un informatore della polizia locale. Inoltre, c'è poco o nessuno retrobagaglio sui personaggi principali, a parte ciò che si vede nella situazione già creatasi, quindi le azioni e le attività di spionaggio assurgono ad una qualità astratta, in cui le persone diventano cifre in una sorta di libera partita a scacchi.
Stéphane Audran, in particolare, interpreta una protagonista come sua cifra stilistica enigmatica, e spesso distaccata. Inizialmente egocentrica e petulante nei panni della ricca ma trascurata moglie di Nicholas, trascorre la seconda metà del film in uno stato di semi-intorpidimento, cercando di dare un senso agli eventi che la costringono alla fuga. Nei panni degli agenti segreti di una rete di spie dai metodi assolutamente spietati, la cinquantenne ma sempre fascinosa Lilli Palmer nei panni di Helen e Jean Claudio nei panni di La Filature, il pilota di granturismo Matra da Le Mans sostituto di Nicholas, sono professionisti impeccabili, freddamente efficienti, così ferocemente dediti alla loro impenetrabile causa da portare con sé capsule di cianuro in caso di cattura.
Persino il "Mr. Wolf" del gruppo, Klaus Kinski nei panni del letale assassino Pavel (noto anche con il nome in codice da cui il titolo originale, Torpedo I), giura alleanza al suo datore di lavoro portando sempre con sé una pillola-suicidio.
Uno dei momenti certamente salienti del film è sicuramente nel vedere Kinski indossare una tuta da sommozzatore completa di maschera e pinne e inseguire la Audran con un fucile subacqueo mentre lei cerca di nascondersi da lui sul ponte della nave buia e disordinata. E non è meno affascinante quando cerca di sedurre la Palmer, che rimane insensibile e poco impressionata dal suo fascino rettiliano. Anche se Kinski non entra in scena prima del 75° minuto, ruba facilmente la scena dimostrando sempre di essere all'altezza della propria fama, ai suoi co-protagonisti, ma ognuno ha il suo momento di gloria: la Audran nella propria crisi omicida, la Palmer e Claudio in scene diverse di morte stoiche, e Infanti in una sequenza involontariamente divertente in cui fa una serenata alla Audran con una canzone folk.
"La Peau de Torpedo" dal titolo italiano un pò assurdo, venne realizzato verso la fine della carriera di Delannoy e probabilmente non rappresenta il miglior titolo possibile per la rivalutazione della sua filmografia. Pur essendo ben al di sopra della media per un film di genere, i primi lavori di Delannoy lo collocarono tra i migliori registi francesi della sua generazione.
Tra i suoi trionfi ricordiamo "La Sinfonia pastorale" (1946), vincitore del GranPremio a Cannes e basato sul romanzo di André Gide; "Les Jeux song fits" (1947), una romantica fantasia con sceneggiatura e dialoghi di Jean-PaulSartre; "Dieu a besoin des homes" (1950) con Pierre Fresnay, vincitore del premio alla Mostra del Cinema di Venezia; "L'Ombra della ghigliottina" (1956) alias "Marie-Antoinettereine de France" con MichèleMorgan, nominato alla Palma d'Oro a Cannes; "L'ispettore Maigret (1958) alias" Maigret tend un piège" con JeanGabin e basato sul romanzo di Georges Simenon; "Questa amicizia speciale" (1964) alias "Les Amitiés particulières" .
Sfortunatamente, la reputazione di Delannoy decadde con l'ascesa della Nouvelle Vague alla fine degli anni Cinquanta. François Truffaut, Jean-Luc Godard e altri critici cinematografici diventati registi dei Cahiers de Cinéma spesso indicavano Delannoy e i suoi colleghi come i peggiori esempi del cinema nazionale del loro paese, che consideravano commerciale, poco creativo e fuori dal tempo. Truffaut, infatti, attaccò personalmente Delannoy nel suo famoso saggio "Una Certa tendenza del cinema francese", scritto nel 1954 quando Truffaut era ancora un giovane critico cinematografico (aveva 21 anni). Comprensibilmente, Delannoy fu profondamente offeso dalla critica, che la definì "così bassa che non ho mai incontrato nulla di simile nei miei 20 anni di professione".
Indipendentemente dal fatto che l'opinione di Truffaut su Delannoy fosse condivisa dal pubblico o dalla critica cinematografica al di fuori della Francia, resta il triste fatto che Delannoy è praticamente oggi sconosciuto, e questa è una grave svista se si considerano i suoi successi (sopra menzionati) e le sue opere ancora meno note come "L'inferno del gioco" (1942), alias "Macao, L'Enfèr du Jeu" con Sessue Hayakawa, Mireille Balin ed Erich von Stroheim e "Le Petites rebèl" (1955), alias "Cani perduti senza collare" , una denuncia della delinquenza giovanile ben prima de "I 400 colpi" . Alcune opere di Delannoy hanno avuto problemi di censura a causa di argomenti o contenuti per adulti, come "L'Eterno Ritorno" ( 1948) , che fu condannato dalla Legione della Decenza, e "Il Ragazzo selvaggio"(1952) . Ci furono anche dei fallimenti degni di nota, come il remake del 1956 de "Il Gobbo di Notre Dame" con Anthony Quinn e Gina Lollobrigida, ma anche film secondari ma astratti è misteriosi, come "La Peau de Torpedo" meritano certamente di essere visti da qualsiasi appassionato di cinema che si rispetti.
Adesso in mkv da alta definizione francese e sott. in inglese, nella sua durata originale da 110', dopo anni di copie dalla difficile reperibilità, e dalla ricerca ardua per magari dei vhs rip esteri. Introvabile il doppiaggio italiano.
Menzione irrinunciabile per la bella colonna sonora, del grande Francis De Roubaix. 
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