Regia di Silvio Siano vedi scheda film
Aldo, Antonio e Giacomo sono stati in riformatorio, da ragazzi. Il primo diventa meccanico, il secondo sacerdote e il terzo delinquente. Quando Giacomo coinvolge Aldo in una brutta storia, sarà proprio Antonio a risolvere la questione.
Un insipido melodramma dalla profondità realmente minimale, didascalico di natura, questo Saranno uomini; si tratta della quarta regia per Silvio Siano, che prosegue idealmente il discorso cominciato con il precedente Soli per le strade (1953) che già univa intrattenimento popolare e contenuti di critica sociale. Il discorso, rispetto a tale pellicola, rimane bene o male il medesimo, anche dal punto di vista artistico: la fattura del lavoro è apprezzabile, ma la storia è fin troppo leggera dal punto di vista logico (e colma di accidenti, errori, problemi, disgrazie) e gli intenti di partenza risultano eccessivamente scoperti, telefonati, fin dalle prime scene. Quantomeno Siano ha a disposizione un cast di tutto rispetto, indubbiamente merito anche della coproduzione fra Italia, Spagna e Messico; gli interpreti principali sono infatti Francisco Rabal, Massimo Girotti, Marco Vicario e Silvana Pampanini, con ruoli anche per Carlo Tamberlani, Giacomo Furia, Lauro Gazzolo e Ana Luisa Peluffo. Un'ora e mezza di durata dal ritmo non sempre costante; il soggetto è firmato dal regista insieme ad Alessandro Ranieri Garzella, mentre sulla sceneggiatura alla firma di Siano si aggiungono quelle di Siro Angeli, Domenico Bernabei ed Elio Uccelli. Siano proseguirà la carriera registica per un altro decennio circa, licenziando esclusivamente opere di stampo popolare e a budget ridotto; dai primi anni Settanta, quindi, la svolta come direttore di produzione, ruolo che non abbandonerà più fino al termine della sua attività nel cinema. 3/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta