Regia di Ray Milland vedi scheda film
Sicuramente è un film di fanta-sociologia-antropologia più che di fantascienza e per tale ragione molto interessante.
Oggi abbiamo l’esperienza di varie serie (ad es. The Walking Dead o The Last Ship) che esplorano e approfondiscono a 360° le tematiche dell’umanità che sopravvive al disastro apocalittico (una epidemia o come in questo in film) post atomico ben rappresentato, nonostante il mezzo assai semplice, da bagliori intensissimi e da un inequivocabile formazione fungiforme.
Il profilo di maggiore interesse è proprio questo, ma poi la pellicola risente di alcune costrizioni e ingenuità: la prima, a mio avviso, è la regia e la presenza scenica del grande attore Ray Milland, che dirige se stesso in ruolo troppo schematico nel suo essere eccesivamente consapevole, freddo, lucido e organizzato, anacronisticamente (anche per il film) con il cappello borsalino sempre in testa; la seconda è una forzatamente enunciata superficialità dei protagonisti che cercano di mantenersi civili in un mondo improvvisamente divenuto senza regole; la terza è l’ambientazione troppo semplificata e boscosa (un topos cinematografico che facilita le scenografie, che altrimenti sarebbe risultate assai complicate, ma il rovinismo incuriosisce molto)
La colonna sonora è tipica degli anni ‘60 e forse non del tutto pertinente allo sviluppo narrativo.
Un film senz’altro da vedere e recuperare, anche perchè precursore di altre opere, ma, a mio parere, non è un capolavoro, anche per un cast non di eccelso valore (si segnalano sopratutto Frankie Avalon e Jean Hagen che aveva già lavorato assieme a Ray Milland).
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