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Melissa P.

Regia di Luca Guadagnino vedi scheda film

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La recensione su Melissa P.

di gabriargento
4 stelle

Quando l'anno scorso uscì il libro "Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire", il libro diventò subito un caso, suscitando più di una polemica, mille dibattiti, ma soprattutto diventando un best-seller da record in Italia. Ci si domandava se fosse possibile che una ragazza di quindici anni potesse aver avuto tutte quelle esperienze sessuali, se l'avesse davvero scritto quindi l'autrice Melissa Panarello o se fosse tutta una montatura commerciale per attirare la massa. Che, appunto, è accorsa in libreria sin dall'inizio. Lo stesso con il film, "Melissa P.", che ha già guadagnato un bel gruzzoletto di dindini come da copione: la gente non s'è lasciata sfuggire il film a riguardo, facendo rinascere il caso e la polemica che c'era già stata attorno al romanzo. Ma se vogliamo dirla tutta, ora che sia romanzo che film sono usciti, viene da pensare al libro come una semplice montatura commerciale (che forse qualcosa di verò ce l'avrà, chissà, o paradossalmente potrebbe esserlo tutto) che dopotutto si lascia leggere in un giorno solo, senza fatica, staccando il cervello e lasciandosi "provocare" da esperienze una più erotica dell'altra. E almeno non era moraleggiante. Il film in questione, invece, lo è. Non esplicitamente, ma alla fine, quando Melissa si tuffa nel mare e, avendo imparato a nuotare, ritorna a galla, sembra che sia una metafora di una rinascita, ma anche una metafora del lavaggio di tutti i "peccati" commessi prima. E allora Guadagnino vuol mandare un messaggio alle ragazzine? State attente a non diventare peccatrici? Cos'ha voluto dire? Questo mi dà maggior fastidio di questo film, che dopotutto non è così distruttivo come l'avevo pensato, ma senza dubbio molto brutto. Brutto perchè la regia di Guadagnino è piatta anche se tenta di fare qualcosa di nuovo (cosa, in realtà, non si sa), brutto perchè la sceneggiatura spesso e volentieri presenta dialoghi da turarsi le orecchie, brutto perchè in globale la recitazione dei giovani è statica (e la protagonista Maria Valverde, oltretutto, non è affatto sensuale come la Neri, produttrice del film, l'aveva descritta, anzi!), brutto perchè appunto pesa sulla pellicola la "maledizione" della mentalità moraleggiante/bigotta. Diversissimo in ogni caso dal libro, con il personaggio della nonna Geraldine Chaplin a far da perno tra ironia e dramma, con scene sicuramente meno spinte e "scandalose", anche se in un prodotto italiano fa strano vedere questo tipo di scene oramai. E comunque il finale è davvero interminabile. Trascurabilissimo. Voto: 4

Sulla colonna sonora

Fatta apposta per piacere al pubblico.

Cosa cambierei

Innanzitutto l'idea moraleggiante e bigotta di base.

Su

Fabrizia Sacchi fa quel che può, ma il suo personaggio è solo lo stereotipo di una madre che non è ancora cresciuta; la Chaplin si dà da fare e qualcosa comunica.

Su Primo Reggiani

Ha dato interpretazioni migliore: qui fa lo stronzetto, poco convincente.

Su Letizia Ciampa

L'amichetta di Melissa: decisamente pessima.

Su Maria Valverde

La Neri l'ha definita sensualissima: ma dove!? Non è che sia tutto 'sto granchè, anzi! E poi a recitare... insomma! Davvero poco poco.

Su Luca Guadagnino

Piatto, tenta di inventare qualcosa. Cosa non si sa.

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