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La vergine scaltra

Regia di Marcel Carné vedi scheda film

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La recensione su La vergine scaltra

di alan smithee
8 stelle

Il latin lover Chatelard, un uomo borghese maturo sulla cinquantina (Jean Gabin), si ritrova ad accompagnare la sua attuale amante Odile, mentre costei si reca al funerale del padre, in una piccola cittadina portuale, Port-en-Bessin, in Normandia. Proprio in questa occasione, Chatelard incontra, presso l'affollato Bar du Port, la giovanissima sorella di Odile, di nome Marie, timida, riservata, ma tutt'altro he ingenua, in procinto di iniziare a lavorare in quel locale, e ne rimane colpito. 

La ragazza, però, che da tempo frequenta un giovane barbiere, figlio di un pescatore ubriacone, è abbastanza "scaltra" da far intendere all'uomo che ella non vuole una relazione superficiale, e lo induce a comprendere che, se vuole una relazione seria, deve certamente sposarla, e spiegare la circostanza alla sorella, a cui l'uomo sta finanziando l'apertura di un negozio di profumi. Tratto da un noto, bellissimo romanzo di Georges Simenon scritto nel 1937, La Marie du Port, titolo originale sia dell'opera letteraria che dell'adattamento cinematografico, è un lavoro accurato che porta la firma del famoso cineasta francese Marcel Carné. Il film, scritto dal regista con la collaborazione di Louis Chavance e i dialoghi di Georges Ribemont-Dessaignes e Jacques Prévert, vanta nel cast un protagonista d'eccellenza come Jean Gabin nella parte dello scafati donnaiolo impenitente Chatelard, mentre Nicole Courcel impersona la giovane e bellissima Marie Le Flem, mentre Blanchette Brunoy interpreta la sorella Odile. Contestualizzato entro paesaggi di una bellezza scenica superlativa, in un contesto portuale del nord della Francia a dir poco suggestivo, soggetto ai movimenti di una marea che diventa un fenomeno unico quanto amico, che tuttavia il film non riesce bene ad inquadrare come avviene nel romanzo, La vergine scaltra esplora la complessa dinamica che si viene a creare tra un uomo maturo, incapace di non farsi irretire dalla bellezza femminile in fiore, e una giovane donna consapevole della propria avvenenza, e disposta ad utilizzare tale surplus come mezzo per emanciparsi.

La difficoltà a gestire una relazione quando la differenza di età e le aspettative sono diverse, costituisce un intrigo che, stavolta, mette da parte molte tra le dinamiche noir tipiche di Simenon, per concentrarsi maggiormente sulla questione interiore e morale, senza tuttavia smorzare una buona dose di suspense che il regista riesce abilmente a conservare nello snodo della vicenda.

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