Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
La guerra tra umani e alieni viene aggiornata da Steven Spielberg  attraverso la tecnologia, abbandonando gli effetti speciali scaduti (ma  comunque affascinanti per quel tempo) del film di Byron Haskin. Gli  alieni sono creati attraverso la natura, che per una volta si scatena  contro la popolazione. Abbiamo sempre interpretato i fulmini come la  morte sotto forma naturale elettrostatica. Perfino il narratore (Morgan  Freeman) è dubbioso sul futuro che ci aspetta, la sua voce è impregnata  di un abbattimento definitivo di ogni possibile speranza, quasi come se  fosse già schiavizzata da altre forme aliene. Il protagonista è  semplicemente un padre divorziato, con figli che lo odiano per la sua  non-presenza familiare. La sua casa si distingue dalle altre ed è  proprio dietro di lei che una nuvola giunonica a scrivere l'incipit  riguardante la conquista di un nuovo pianeta. Nel ventunesimo secolo, le  persone sembrano attratte dagli ufo che svolazzano a cielo aperto, da  leggende metropolitane quale l'uomo falena (per approfondimenti,  guardatevi il bel The Mothman Prophecies di Mark Pellington), insomma si  disinteressa completamente di quello che gli sta succedendo attorno.  Per Tom, fare il padre significa vedere i figli poche volte al mese,  quindi applica una minore potestà rispetto a quella normale. La  lontananza è il vero motivo per cui per tutta la prima parte del film le  due distinte parti non si capiscono. Non c'è l'altra parte del mondo,  composta da Europa, Africa e Asia, ad aiutarci, ad accorrere per cercare  di essere uniti per combattere contro queste forze come succedeva nel  film di Danny Boyle 28 Giorni Dopo. L'America sembra quasi essere stata  messa alla prova, come in un esercitazione di sopravvivenza con il  Sergente Hartman come guida morale, prima di andare a combattere contro i  Vietnamiti. Quelle radici rosse, piene di sangue, che sembrano vecchi  alberi oramai prosciugati dalle continue diramazioni che stavano  prendendo, sono in realtà una pagina oscura rappresentante l'intera  umanità, con i globuli rossi, bianchi e le piastrine che combattono  contro i virus.
 I mezzi di trasporto sembrano usati per fuggire da una morte quasi inevitabile. Nella pellicola, Spielberg ci mostra aerei caduti per caso, coperti dalle fiamme, oppure navi ribaltate dalle potenti braccia dei tripodi, macchine che non si accendono causa fulmini. Gli alieni sembrano aver deturpato tutti i sistemi tecnologici presenti nel suolo terrestre, cosicchè l'invasione sarebbe stata sicuramente più tranquilla. Le protezioni di cui dispongono gli alieni sono terribilmente vere, quasi che lo spettatore le possa toccare, annusare, sentire. Quella chiesa deflagrata dalle potenti scosse terrene che il tripode emette nel sottosuolo spaventa sul serio. Gli amici di cui ci si può davvero fidare sono pochi, neanche chi ti offre un tetto e un posto sicuro non è un uomo perbene. Ne La Guerra Dei Mondi, infatti, gli uomini non riescono a vivere come facevano prima, nel loro subconscio si avverte un senso di paura misto a rassegnazione, nella loro pelle brividi innumerevoli come i punti in un piano cartesiano. Gli occhi non riescono a credere a quello che vedono, le orecchie a quello che sentono, il naso all'odore del marcio che sta avvolgendo l'intero strato che ricopre il nostro pianeta. La popolazione intera è in preda ad un Homo Homini Lupus, ognuno cerca di scappare in tutti i modi, si formano mini guerre per macchine che stranamente funzionano. Non si riconoscono più, sono soltanto una banda di lupi voraci che tentano di vivere a scapito di altre persone.
 Tom non viene mai descritto  come eroe salvatore, dato che accanto a lui ha un figlio che vuole  andare a combattere questa guerra. Il compito che gli pervade anima e  corpo consiste soltanto di mantenere in vita i suoi due figli, lottare  con l'anima per vederli ancora sorridere, anche a costo di morire. E'  questo il cambiamento radicale che avviene nel suo profondo, i suoi  figli cominciano a volergli bene proprio perchè è protettivo, perchè si  prende cura di loro. Suo figlio lo sa ed è per questo che và in guerra  senza pensare alle conseguenze, perchè sa che, se morirà, finalmente  avrà ottenuto l'affetto che non ha mai avuto dal padre. 
 La prima  parte funziona meglio rispetto alla seconda. Infatti, risulta migliore  perchè Spielberg dirige bene il tutto, anticipando molto saggiamente la  guerra che sta per annunciarsi. Successivamente, il film è intriso di  una fuga disperata, troppa azione ne deriva da essa, certo, la noia è  impossibile che arrivi, data la mole di spettacolarità che c'è al suo  interno, però si ha quella sensazione di vuoto, che manca qualcosa,  forse anche a causa dell'orribile parodia che ne è derivata, quella di  Scary Movie 4. Infatti, lo spettatore sembra quasi essersi imbruttito a  vedere la parodia che l'originale lo guarda con ancora il pensiero  nell'altro film. La fotografia è sicuramente perfetta, stesso dicasi per  montaggio e interpretazioni. Stavolta Spielberg abbandona i sogni unici  e luminosi di E.T. per precipitarsi nelle anime terse degli alieni con  questa pellicola e con quella di J.J. Abrams che dopo 6 anni uscirà nei  nostri cinema, Super 8.
 Spielberg vuole farci capire che per salvare  il male è necessario il male che ci entra dentro ogni giorno. I batteri  che si vedono all'inizio e alla fine (mentre il narratore scandisce le  parole) della pellicola hanno un significato e sono intesi come la  salvezza dell'intero genere umano. E se non siamo sopravvissuti, siamo  condannati a galleggiare in un fiume insieme ai nostri simili.
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