Regia di Carl Theodor Dreyer vedi scheda film
Secondo film del regista danese Carl Theodore Dreyer, ispirato al capolavoro "Intolerance" di Griffith, ci espone quattro racconti situati in epoche differenti che illustrano il potere del male e la sua tentazione sugli uomini (il primo con il tradimento di Giuda in Palestina, il secondo all'epoca dell'Inquisizione spagnola nel 1600, il terzo durante la Rivoluzione francese con la caduta della monarchia, il quarto è ambientato in Finlandia durante la Rivoluzione russa).. Purtroppo non regge il confronto col film di Griffith, sia per la minore intensità delle singole storie, sia perché risulta meno innovativo, rinunciando alla narrazione in parallelo del modello che culminava nel montaggio alternato della parte finale, anche se rimane un'interessante opera di apprendistato che annuncia già molte delle costanti tematiche di Dreyer (ad esempio il ruolo dell'Inquisizione con le violenze e le torture che torneranno anche in "Dies irae", così come l'opposizione fra bene e male). Non tutti gli episodi risultano omogenei a livello estetico, e l'interesse per lo spettatore odierno è prevalentemente di ordine figurativo. Mi ha colpito soprattutto l'episodio finlandese, caratterizzato da un montaggio che si potrebbe definire frenetico per l'epoca, che anticipa singolarmente quello di "Ottobre" di Eisenstein, su argomento simile. Da notare fra i vari personaggi la figura di Maria Antonietta, la cui rappresentazione da vittima anticipa quella di Giovanna d'Arco. Anche se per alcuni sarà un pezzo da museo, è sempre l'opera di un Maestro che merita ancora di essere vista.
voto 7/10
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