Regia di Michael Patrick Jann vedi scheda film
Ren Arnold, segnatamente, è un disastro. Forse non lo dà a vedere, ma l'autodistruttività è nascosta sotto la superficie. Si è infatti separato di recente dalla moglie Connie, che ha portato con sé il figlio. Ren vive con un costante rimpianto. Si sente bloccato in questo solitario villaggio costiero, incapace di trasformare le sue precedenti abilità nel baseball in un biglietto d'uscita dalla città. Ora è bloccato come vice sceriffo, relegato a dare la caccia ai liceali che bevono troppo e a impossessarsi dei loro alcolici illeciti.
L'ufficio lo convoca per indagare su una situazione particolare. Alma, una delle sue vecchie cotte del liceo, sta vagando per una nebbiosa strada fuori città, trasportando il cadavere mutilato del suo cane, Tigro. Viene dunque trovata a camminare per la strada in canottiera e pantaloncini, fradicia fino alle ossa e coperta di sangue. Quando Ren la riporta in ufficio per interrogarla, ella afferma che un lupo seguito da un branco di capre hanno ucciso il suo cane. Implora Ren di uccidere il lupo. Ren poi si intrufola ad una partita di baseball per guardare il figlio lanciare, accompagnato dal nuovo vice sceriffo Murphy, mentre Ren si tracanna le birre sequestrate sotto agli spalti. Si rende altresì ridicolo, quando si ritrova ubriaco di fronte alla moglie e al figlio. Successivamente torna a casa, incontra le capre e il lupo descritti da Alma, ma non riesce a uccidere il lupo, che si trasforma in un bipede licantropesco uomo-lupo.
Fortunatamente per Ren, il lupo mannaro scompare. È stato solo un sogno fatto da ubriaco?
Il film diventa definitivamente strano a partire dal suo secondo atto.Il giorno dopo, Ren viene avvicinato da Alma all'ufficio dello sceriffo e lei gli chiede di uscire con lui. Ren accetta con ansia, ma ha dimenticato che quella notte il figlio Jack starà da lui. Jack dice a suo padre di accettare l'appuntamento e che andrà tutto bene. Ren sa che un osservatore di baseball è venuto a vedere Jack lanciare, ed è emozionato per il fatto che suo figlio riesca a raggiungere ciò che lui non è mai riuscito a fare. Ren esce con Alma, senza sapere che non rivedrà più suo figlio.
Il lupo ha infatti colpito ancora.
La vita di Ren non solo si capovolge, ma anche si sconvolge. È in corso una caccia all'uomo per ritrovare Jack scomparso, ma strane forze sono in gioco. C'è una setta in azione? Cos'è quel lupo mannaro? Cosa succede a quelle pecore? Perché tutti in città si stanno ammalando? Un déjà vu prende il sopravvento e dei flashback interrompono di continuo i pensieri di Ren. La realtà si distorce e si distorce ancora di più man mano che i moventi vengono disvelati, gli alibi crollano e una verità orribilmente scomoda viene a galla.
Ren è il narratore inaffidabile per eccellenza. Vivendo in uno stato confusionale dovuto all'alcol e soffrendo di montagne di ansia e stress, Ren affronta il suo mondo da una piattaforma instabile di cui siamo esperti. La storia presenta inoltre molti personaggi bizzarri e intervengono in gioco vibrazioni visive di tipo lynchiano. In alternativa, considerate le sitcom degli anni '90 da cui proviene il regista, ma con un pizzico di cattiveria adattata alle esperienze di fallimenti e vite sprecate, di una piccola città del Pacifico nord-occidentale. Portland ha un detto: "Maintain Portland strange". Questo ethos si trasferisce qui alla zona costiera, dell'Oregon
Embry come detto è nel ruolo piuttosto brillante. Ren è un personaggio corposo, profondo. Embry riesce a farne emergere la gioia, la rabbia, il dolore e la confusione in un'interpretazione palpabile. Li Jun Li è difficile da definire e una discreta topa asiatica, ovviamente poco formosa. E' meglio di lei il giovane attore Lukas Jann. Jann interpreta Jack con naturale grazia. Niente di forzato, ed è poi lui il fulcro emotivo di questa trama. Il cast vorrebbe soprattutto incarnare questa eccentricità di una cittadina isolata, cercando di infrangere gli stereotipi.
Tuttavia, troppa stranezza può ostacolare la chiarezza.
Michael Patrick Jann gioca di prestigio con il suo cinema come oggi cercano però di fare quasi tutti, se non troppi. Set e luoghi cambiano inaspettatamente e senza spiegazioni. Ren sembra vivere in una bella casa di periferia, ma poi si sveglia in una roulotte fatiscente. Qual è la vera casa? Curioso, davvero. Alma ha molte forme diverse, eppure nessuna di esse viene indagata a fondo. Di nuovo, il narratore è inaffidabile e allora lo spettatore di cosa o chi si può fidare? Chi, o cosa è, Alma? L'occhio di chi la guarda, presumibilmente. Non è una figura immaginaria di Ren, poiché altri personaggi interagiscono con lei. È questo, è un punto di forza o un punto debole e contrastante del film?
La corrente emotiva che lo pervade lo distingue anche dalla marea di horror a cui si può assistere nelle infinite continue visioni, in questi anni. Il finale è devastante. Le sfumature della trama sono tante. E ci si affida molto alla risonanza tematica piuttosto che alla logica o alla ragione. "Alma & the Wolf" usa abilmente l'assurdo, senza esagerare. Tra le scene che sono state concepite per attrarre il pubblico c'è lo scontro tra Ren e Murphy e il gregge di capre "demoniache". Ha un senso? No, no. È riuscita? Assolutamente sì.
C'è poi un certo rischio nel tono misto alla David Lynch, piuttosto inflazionato, che ti trascina dentro e fuori dalla narrazione convenzionale, mescolandola con momenti puramente bizzarri. Trascorrendo gran parte del tempo a costruire personaggi accattivanti e insoliti, per poi distruggerne alcuni in modo stridente. I costumi sono adeguati. C'è una buona scena di trasformazione, ma i mostri non sono niente di speciale. Il lupo originario, il lupo mannaro e le capre passano ben presto in secondo piano, rispetto al trauma psicologico.
Anche la costa dell'Oregon gioca un ruolo significativo. C'è un'atmosfera che ricorda Brontë in inverno. Nebbia, oscurità e alghe marine conferiscono alle immagini e a un'atmosfera folk-horror. Allo stesso tempo incantevole e triste. Se il film fosse stato girato in estate, sarebbe stata una storia diversa. La costa settentrionale dell'Oregon è spettacolare in estate, ma in inverno può essere piuttosto cupa.
Jann ha realizzato un'opera che funziona e da poter anche vedere due volte, per cogliere certi snodi e passaggi che potrebbero passare inosservati alla prima visione.
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