Regia di Luigi Latini de Marchi vedi scheda film
Alla corte del Califfo ne succedono di tutti i colori, ovviamente in salsa porcellona: Ali Babà è un aitante giovanotto la cui unica aspirazione nella vita è quella di insinuarsi nel letto di qualsiasi signorina del califfato; il padre di Ali sguinzaglia il professor Freuch (!), luminare della psicologia sessuale, per tentare di bloccare le imprese erotiche del ragazzo. Tutto attorno gli accoppiamenti, spesso e volentieri clandestini, pullulano.
Come è noto, l’uscita del Decameron pasoliniano (1971) diede vita a una serie abbastanza lunga di pellicole sconclusionate e pecorecce – quasi sempre poveristiche all’eccesso – nel segno dell’illustrazione o della rilettura di antiche novelle licenziose: era questo il cosiddetto filone decamerotico, che trovò nuova linfa alla pubblicazione del susseguente film di PPP, ovvero I racconti di Canterbury (1972). Nel 1973, infine, non era ancora uscito Il fiore delle mille e una notte (approderà in sala a giugno ’74), che chiudeva quella che fu rinominata la ‘trilogia della vita’, ma già fioccavano i prodottini tirati via sulla falsariga del medesimo soggetto, proprio come questo Le amorose notti di Alì Babà. Navighiamo davvero in alto mare qui, con una trama assolutamente minimale e dallo spessore barzellettistico, farcita di dialoghi difettosi di originalità ma abbondanti in volgarità, una confezione dilettantesca, recitazioni approssimative e… vabè, inutile davvero proseguire, sarebbe semplicemente infierire su qualsiasi elemento che componga l’opera. Luigi Latini de Marchi, il regista, aveva alle spalle una manciata di titoli di generi popolari passati pressoché inosservati, tra cappa & spada, melodrammi e altri generi minori, incluso un mondo movie (Italia di notte n°1, del 1964); in questa occasione fa tutto il possibile per farsi dimenticare anche all’interno del misero sottobosco del decamerotico. Oltre a curare (a modo suo) la macchina da presa, il Nostro verga la sceneggiatura insieme a Renzo Genta; nel cast troviamo Alan Barker (l’aitante protagonista, vero nome Luis La Torre), Krista Nell, Colette Castel (nessuna parentela con Lou), Ivana Novak e il francese Pierre Mirat, probabilmente il più apprezzabile tra gli interpreti, a cui è riservata l’infame parte dello psicologo tedesco Freuch. Il solitamente attendibile IMDB segnala anche in un ruolino, non accreditato, il disastroso regista e sceneggiatore Piero Regnoli. 2/10.
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