Regia di Gianni Amelio vedi scheda film
Un ragazzino di quindici anni, nato in un parto difficile dove la mamma ha perso la vita, ha seri problemi fisici e psichici, e non ha mai conosciuto né visto il suo vero padre. Proprio il padre, per sua volontà e perché invitato a farlo dal tutore del ragazzino, incontra suo figlio e lo porta a Berlino per delle visite. Da lì per il figlio come per il padre, avrà inizio un viaggio iniziatico verso la conoscenza della vita, dell’amore, della paura, della resistenza, che sfocerà in una scambievole comprensione dell’esistere.
Con ben dodici film alle spalle, il cinquantanovenne regista e scrittore Gianni Amelio, realizza con soli tre personaggi, con una sceneggiatura scarna e con dei dialoghi alla commedia della vita, il miglior film degli ultimi due anni. La narrazione di Amelio, consiste nel proporre una vicenda ad alto tasso emozionale, e renderla invece un evolversi autonomo e viscerale di un pentimento sbocciato nell’amore, nella passione, nella forza di esistere, e il regista italiano lo riesce a fare con infima bravura, leggiadria, con grande tecnica. Lo sferragliare continuo dei treni indica un susseguirsi di emozioni, sensazioni, percezioni dell’episodio vita, una conoscenza totale di una realtà decisa dagli stessi episodi, dagli stessi attimi di vita. Sembra un film d’altri tempi “Le chiavi di casa”, un opera madre del dramma familiare, oggi troppo inflazionato con pessimi e banali film esclusivamente commoventi, un opera ancestrale che racchiude ogni esistere, ogni accettare, ogni sottostare dell’uomo all’infinito e arido deserto umanità. Uscito scandalosamente a mani vuote dal 61° Festival di Venezia, il tredicesimo film di Amelio punterà sicuramente al Leone del Pubblico con i riscontri ai botteghini, intanto è da notare la bravura degli attori, che in un ruolo così claustrofobico riescono a destreggiarsi egregiamente, a infondere quel senso di solitudine esistenziale, essenziale per un film di questo tipo, fatto di sequenze memorabili, e di attimi di vita. Il cinema è vivo.
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