Regia di John Badham vedi scheda film
Un dramma intenso, autentico. È ben di più della vulgata discotecara cui è stato relegato, per una squallida strumentalizzazione commerciale. Invero, è un documento sociologico preciso: di un’epoca segnata da cambiamenti anche vertiginosi, quando non eccessi smodati, gravi, e pure gravissimi.
Il film ha quasi 50 anni, ma resta un classico eterno sulla giovinezza:
- per le sue contraddizioni laceranti, anche terribili per chi le vive
- la contestazione dei modelli ricevuti, offerti spesso in modo inconsistente, inattendibile e inaccettabile (come la fede religiosa imposta come unico modello virtuoso da genitori ignoranti e superstiziosi, e dunque bigotti; splendida, in quanto del tutto credibile, è la resa dell’abbandono della vita sacerdotale da parte di un figlio)
- per la sua spinta pulsionale, ormonale: la seduzione è, alla fin della fiera, finalizzata al soddisfacimento della libido, freudianamente parlando; e le strategie per tale seduzione sono la prima occupazione di molti – anche legittimamente – in quella età, per le quali conviene sacrificare molto - o tutto - il resto, se necessario
- per la convenienza di tante scelte superficiali, le quali dunque si rivelano lesive nonché autolesive, al solo fine di porre illusoriamente freno alle proprie insicurezze (come nel caso della ragazza che svende la propria dignità pur di sperare di non perdere il suo amore: inteso tanto come sentimento suo, quanto come oggetto - ritenuto stoltamente perfetto - del proprio amore)
- la spinta, sovente inevitabilmente acritica, per il fascino verso coloro che umanamente sono i peggiori, ma riescono ad attrarre proprio perché danno l’illusione (appunto: l’apparenza! e niente di più) di colmare delle proprie intense frustrazioni
- il bisogno irrinunciabile (come la psicologia sociale dimostra) dell’accettazione sociale (non essere lasciati soli e rifiutati dal gruppo dei pari) si sposa con quella sessuale (non lasciare inevase le impellenti, imperiose e dunque prioritarie esigenze della propria libido, variamente interpretata); eccellente è la tragica raffigurazione piscologica dell’esito del ragazzo che finisce nel fiume
- la ricerca delle proprie qualità, e la loro valorizzazione: il protagonista balla da dio, e la sua percezione della realtà gli fa – insipientemente – sacrificare tutto a ciò: solo così, infatti, egli ha trovato il modo di sentirsi apprezzato in modo peculiare, e dunque amato - il che è l’unica cosa che conta davvero, per l’homo sapiens sapiens - ; qualcosa che i genitori non gli hanno dato - con responsabilità e conseguenze tragiche - e che inevitabilmente lui dunque non può che cercare, anche, e soprattutto, nella dimensione sessuale - e dunque nella seduzione, la quale appare così come la necessaria precondizione di tale appagamento sessuale (con tutte le menzogne, le oscillazioni e le incertezze che ciò può anche finire per richiedere).
I tempi e i ritmi sono quelli giusti, poi: il film è lungo – oltre due ore – ma non annoia mai.
Appassiona anche perché è intriso di vera umanità, nel bene e nel male.
Inoltre la restituzione del clima dell’epoca è eccellente, anche visto oggi, per il trionfo:
- della musica commerciale (trionfo che allora era agli albori, ma che va avanti sino ad oggi, e chissà fino a quando; e che fa riflettere sull’immenso calo di qualità della stessa musica commerciale oggi, così deturpata dal fenomeno della trap, che culturalmente è così disumanizzante)
- della discoteca come luogo di incontri - auspicati significativi a, loro modo – incontri che però prima non sono mai stati possibili, con quella informalità e dunque libertà (tanto auspicata da quasi tutti);
- della dance music di origine nera…
Dall’alto di ottime capacità di ballerino e attore, Travolta incarnò le aspirazioni di un’epoca: specialmente di chi doveva emergere. E gli anni ’70 hanno permesso una finestra, in tale senso, unica. Che, per tanti aspetti (e senza i difetti che ci furono), sarebbe meglio che si riapra (poiché dagli anni ’80 si è chiusa, fatte salve certe apparenze commerciali di cui sopra), per non richiudersi più.
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