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6:06

Regia di Tekla Taidelli vedi scheda film

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La recensione su 6:06

di Mulligan71
7 stelle

 

 

Tekla Taidelli torna al Cinema di finzione vent'anni dopo "Fuori Vena", 2005, e lo fa molto bene, vincendo subito il Premio SIAE a Venezia 82. "6:06" è un film sicuramente riuscito al netto di qualche forzatura nella trama, e potrebbe diventare uno di quegli oggetti filmici capaci di sorprendere l'acqua ferma del Cinema italiano, se solo trovasse una distribuzione adeguata. L'opera ha tutto per arrivare al pubblico, anche a quello più giovane, e lo fa senza sacrificare la qualità, anzi proponendo uno stile visivo moderno, dinamico, importante, supportato anche da un'ottima fotografia. L'utilizzo del bianco e nero e del colore, è essenziale per distinguere le due anime di "6:06", ovvero quella più disperata, routinaria, drogata e perduta e quella dove la vita del protagonista pare prendere la strada giusta, che non è tanto quella verso il Portogallo ma quella verso una (ri)scoperta di sé stesso. La forza motrice è, però, quella bruciante di due attori folgoranti, Andrea Valle e George Li Tourniaire, giovani affamati, ognuno solo alla sua maniera, che incendiano la pellicola con due prove attoriali straordinarie. La loro storia d'amore cresce lentamente, a dispetto delle diverse lingue parlate, delle diverse aspettative, a dispetto di tutto, anche della morte e la regista è bravissima a mantenerla nei binari giusti, senza farla scadere mai in qualcosa di piattamente televisivo. E' vero che ogni tanto si perde qualche parola, ma poco importa, perché il film va in un crescendo di corpi e di sguardi e bastano quelli a sostenere "6:06". Un film che meriterebbe tanta fortuna. Speriamo. 

 

 

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