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Il quieto vivere

Regia di Gianluca Matarrese vedi scheda film

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La recensione su Il quieto vivere

di Mulligan71
8 stelle

Un agglomerato di case che fa frazione, su un colle calabrese, abitato da 70 persone, tutte imparentate fra loro. Già il background di questo strepitoso "doc" di Matarrese, è una bomba a orologeria, polvere da sparo per una tragicommedia che sta in bilico fra eventi reali e finzione. Una palazzina e due donne: Luisa, dal carattere più che sanguigno, ribelle e, aggiungo io, anche molto sola, e Imma, la cognata, vittima delle angherie (almeno così pare) della suddetta Luisa, che abita al piano di sopra. Un'infinita serie di accuse, di sospetti e di dispetti, di denunce, porta le due famiglie imparentate a una vera e propria guerra, mentre tre zie del borgo, come antichi saggi, tentano una mediazione fra pranzi luculliani e ricordi. Basterebbero i primi dieci minuti, vivacissimi e annichilenti, a far balzare sulla sedia anche il più distratto degli spettatori: come in una tragedia greca (e non a caso, l'inizio, è girato fra i ruderi di un anfiteatro), le due donne si affrontano in un duello verbale serratissimo, potente, definitivo e anche esilarante, almeno per chi osserva da lontano. Dopodiché il film entra in un'area che sta fra la realtà e la finzione, mostrando le radici di una convivenza impossibile, malata e pericolosissima, dove solo le povere zie, sembrano uscirne indenni. Un "live action" di "Parenti Serpenti" con tocchi alla Seidl, dove il regista resta in disparte, quasi nascosto, a riprendere tutto il sangue sotterraneo che scorre, il magma di un odio che non pare destinato a sopirsi. Un'opera bellissima, viva, forte, sincera fino al midollo, tragicomica e tragica, urticante. 

 

 

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