Trama
In un pomeriggio d’inverno, António e Jota tornano dal fronte insieme ai loro amici. La loro meta non è un campo di battaglia, ma un antico complesso termale romano nascosto per secoli sotto le acque di una cisterna. Qui, tra paludi e paesaggi sospesi, il gruppo si lascia andare a scherzi, ricordi di strategie militari e confessioni improvvise. Le terme diventano un luogo misterioso, quasi magico: il calore delle acque sembra sciogliere non solo le tensioni del corpo, ma anche quelle dell’anima, incoraggiando gli uomini a dire ad alta voce ciò che non hanno mai confessato a nessuno. Quando cala la notte, il gioco leggero si trasforma in dialogo intimo: tra paura di perdere un amico e desiderio di rivelarsi, emerge la fragilità nascosta dietro la mascolinità.
Con questo primo lungometraggio, Gabriel Azorín mette in scena un’esperienza sensoriale che scivola tra tempo storico e dimensione sospesa, tra memoria e presente. Lo spazio delle terme diventa un crocevia di confidenze e vulnerabilità, dove l’amicizia e il coraggio si misurano con il peso della solitudine.
Come racconta lo stesso regista: «Last Night I Conquered the City of Thebes è il mio primo lungometraggio. In ogni film esiste un conflitto tra la linearità e la circolarità del tempo. […] Calare in acqua di notte affrontando una conversazione intima semplifica l’accesso a nuovi stati sensoriali e percettivi. […] Fare un film mi ha dato l’opportunità di creare personaggi che esprimono cose che io non ho mai osato dire ai miei amici. Mi interessa ritrarre questo tipo di intimità tra uomini e mostrare la mascolinità nella sua forma più vulnerabile».
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