Espandi menu
cerca
Nunzio

Regia di Paul Williams vedi scheda film

Recensioni

L'autore

John_Nada1975

John_Nada1975

Iscritto dal 9 novembre 2023 Vai al suo profilo
  • Seguaci 8
  • Post -
  • Recensioni 502
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Nunzio

di John_Nada1975
6 stelle

Titolo sommerso e di difficile visione per almeno quarant'anni, è uno dei figli più genuini e spontanei di "Rocky", "La Febbre del sabato sera", "Mean Streets" e "Back Streets(The Death Collector)". Ovvero, solo per citati i piu noti e di successo con i meno noti, quei film degli anni '70 ambientati nei quartieri popolari di grandi metropoli americane come la Brooklyn di New York o il Loop di Philadelphia, con giovani italoamericani protagonisti. Paul Williams (il regista, da non confondere come avviene sovente con il famoso cantautore-"Swan" attore) da quel sommerso ancora oggi che è, pur avendo fatto la parte principale di produttore con Lawrence Pressman, del primo Brian De Palma, è tra i primi a innestare il filone suddetto degli italoamericani tutti figliocci di Coppola e Scorsese, con quello su personaggi dai problemi mentali, prima che diventasse  spudoratamente manipolativo. Soltanto Che "Nunzio" è un film di sfumature, che non si presta a cattive manipolazioni sentimentalistiche e a buon mercato tipo "Forrest Gump" (1994), celando un sentimentalismo a buon mercato dietro pretese di rilevanza politica buonista, storica e letteraria, ed è molto meno onesto di qualcosa come "" Nunzio" , più tipico del genere. Tanto che Williams e David Proval non si tirano indietro neppure dal girare una scena di sesso tra il suo personaggio e la bella ma conflittuale Teresa Saldana, La ragazza del quartiere frustrata dalla vita senza sbocchi né prospettive, ma che Nunzio desidera quando gli porta la spesa come fattorino, quindi una scena di sesso con un minorato dalla intelligenza di un bambino, che il cinema spielberghiano dell'industria "positivo-progressista" alla Zemeckis, non si concederebbe mai, almeno non così realistica e insistita, dalla conclusione avvilente. Per dirla senza mezzi termini, "Nunzio" è a lieto fine, ma non si tira mai indietro di fronte alla sgradevolezza e ai toni amari. 

          David Proval, che ho citato e che ha iniziato la sua lunga carriera cinematografica e televisiva proprio con "Mean Streets" (1973) di Martin Scorsese e in seguito ha interpretato un famoso ruolo ricorrente ne "I Soprano" , interpreta Nunzio, che ha la mente di un bambino nonostante abbia poco più di trent'anni. Nunzio vive a Brooklyn con la madre (la Morgana King moglie di Don Vito/Marlon Brando ne "Il Padrino"), e si guadagna dei soldi come fattorino per il supermercato locale, gestito da nientemeno che Joe Spinell. Tutti nel quartiere conoscono Nunzio, quindi i buoni lo salutano quando passa in bicicletta, mentre i cattivi bulli lo prendono in giro poiché a volte indossa un mantello mentre finge di essere Superman. Il fratello di Nunzio, James (interpretato da James Andronica, che ha anche scritto la sceneggiatura), a volte intimidisce e a volte protegge il fratello frustrato come quando neutralizza definitivamente i teppisti dopo una vera e propria violenza, sebbene James sia in definitiva irrilevante per la trama. La trama principale vede Nunzio struggersi per una bella ragazza che lavora in una panetteria(Tovah Feldshuh in uno dei primi ruoli cinematografici), subire un'esperienza sessuale inappropriata con la Saldana, e infine imbattersi nell'opportunità di diventare un vero supereroe, anche qui precorrendo un vero filone e altri film ben più famosi. 

          Alcuni elementi della trama possono essere ovvi, ma altri sono decisamente coraggiosi, come detto soprattutto quelli sessuali. Con la sua volutamente sgarbata arguzia, il film cerca di porre grandi interrogativi sulla responsabilità della società nei confronti dei cittadini sfortunati, sul ruolo della comunità nel definire il carattere delle persone e sul posto che la vera innocenza occupa nella volgarità dilagante più che mai, del mondo moderno. Eppure le nobili idee che aleggiano nel sangue di "Nunzio" non sono così essenziali per l'esperienza di visione del film. Come tanti altri film sui disabili mentali, "Nunzio" è un lungometraggio di autocommiserazione, però scritto da Andronica probabilmente pensando di scrivere qualcosa di simile a "Marty" (1955) e come ovviamente citato in apertura quale eroe "contro-eroe" di umili e diseredati, "Rocky" (1976), splendide storie di ragazzi semplici che imparano ad amare se stessi, in realtà realizzando una sdolcinatezza piacevolmente già così anacronistica e d'altri tempi, nel 1978, così come per la sceneggiatura favolistica di Stallone si era già scomodato l'apprezzamento personale di Frank Capra, e la filiazione con il suo tipo di storie americane fiduciose e ottimistiche, e I suoi personaggi. Escogitando dunque una situazione dopo l'altra per contrastare la dolcezza di "Nunzio"con la rozzezza degli altri. È un tema che vale la pena di esprimere? Certo, perché no. Era questo il modo più efficace per esprimerlo? Dal responso critico dell'epoca plaudente E dal mio giudizio personale qui finalmente espresso alla fortunosa visione, si.

"Nunzio" procede speditamente, trabocca di colore locale della Brooklyn meravigliosa anni '70,  grazie alle riprese in esterni e vanta interpretazioni competenti sia della donna maritata e con figli di cui si era innamorato in panetteria Nunzio, interpretata da Tovah Feldshuh, Teresa Saldana sempre notevole, e da "Rocky" Joe Spinell in partecipazione speciale ma piuttosto sottoutilizzato. Quanto a Proval, riesce a cogliere momenti di grande sincerità ogni volta che non esagera con la inquietante e caratteristica intensità del suo sguardo torvo, e della sua massiccia, tozza prestanza fisica.

Colonna sonora di Lalo Schifrin. 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati