Cover – up di Laura Poitras, Mark Obenhaus con Seymour M. Hersh

 

Venezia. Non Fiction. FUORI CONCORSO

 

Vita del reporter iconoclasta Sy Hersh

 

I follow troblemakers.

Seguo i combinaguai.

Così esordisce tosta Laura Poitras raccontando i perché del suo forte, necessario, utile film

Faccia sbarazzina.

Capelli spettinati.

Coraggio da leone.

Energia da vendere. Tutto normale se non fosse per gli 88 anni suonati che oltraggiano un’impressionante intelligenza e lucidità mentale. Una tenacia incredibile e determinazione peggiore.

Tutto condito da un’ eccelsa capacità di sintesi, grande empatia e sensibilità fanno di Seymour Hersh quel decano del giornalismo d’inchiesta americano, premio Pulitzer per il suo scoop sul Vietnam, uccisione di neonati e civili strage del M? Lai, insabbiati dall’esercito USA.

Oggi sulla bocca di tutti anche grazie al libro di Hersh.

Tutto questo ben spiega perchè Laura, la regista, lo abbia preso di mira e ci si sia affezionata. E noi con lei.

Noto per le dettagliate narrazioni sulle torture del carcere iracheno di Abu Ghraib, gli abusi CIA e molto altro, Seymour Hersh è ora anche il protagonista del potente film Cover-up della regista già Leone d’oro Laura Poitras, Fuori concorso a Venezia.

Thriller politico che ripercorre l’esplosiva carriera del giornalista investigativo – per gli amici Sy – Cover- up è un film urgente, attuale e accuratamente documentato.

Arricchito di molti e ricercati materiali di archivio ben bilanciati da un montaggio veloce, coordinato e mai banale, è sia ritratto di figure di giornalismo del passato, oggi quasi inesistenti, che sono tema e motivo di denuncia.

Corruzione e poteri forti che piazzano sempre i loro prediletti nei posti di alta comunicazione, l’attualità è lente d’ingrandimento e assume anche valenza contemporanea date le morti recenti di diversi giornalisti in Palestina e in tutto il mondo.

Triste consapevolezza: il mestiere con la Emme Maiuscola che investiga spesso solo in controtendenza, quasi non esiste più.

Dopo oltre 20 anni di trattative e diniego, Poitras è riuscita a convincere Sy a stare e fare il film.

Solo ora ho cambiato idea – racconta Sy – dato che alcune fonti non sono più da tutelare perché non sono più in vita. Primo cardine deontologico è infatti quello di proteggerle, la sua reticenza era dovuta al non volerle mettere a rischio.

Cover-Up è quindi sia il ritratto di un giornalista instancabile, sia un’accusa contro la violenza istituzionale, dato che rivela una sistematica impunità nelle forze armate e nelle agenzie di intelligence statunitensi.

Animato dall’accesso esclusivo agli appunti a mano ‘incomprensibili’ di Hersh e intrecciando documenti e filmati d’archivio, Cover-Up cattura forza e meccanismi del giornalismo investigativo.

Non è solo un documentario, perchè io faccio arte col cinema, dichiara netta e sicura la stimolante regista che non ama nemmeno essere definita attivista.

Hersh a 88 anni è più in forma che mai. Essere un giornalista è stato un miracolo, racconta sia nel film commuovendosi e dimostrando enorme empatia e sensibilità – doti essenziali sia al buon giornalismo – che alle domande in sala.

Sy è riuscito così negli anni ad avere la fiducia di tantissime persone chiave in ruoli determinanti e fonti innominabili, là dove tanti altri non sono riusciti.

COMMENTI DEI REGISTI

Cover-Up è un film sull’impunità sistematica che ci ha portato dove siamo oggi. Narra che il ruolo essenziale di una stampa libera e critica. Ho contattato Sy per fare un film per la prima volta nel 2005. Ero appena tornata da un viaggio per documentare la catastrofica guerra americana in Iraq. Volevo fare un film sul fallimento della stampa statunitense dopo l’11 settembre. I suoi reportage critici sulla guerra, in particolare sulle torture ad Abu Ghraib, erano una rara voce di dissenso nei media.

Sy mi ha gentilmente invitato nel suo ufficio in Connecticut Avenue, dove sono entrata in una macchina del tempo con blocchi di appunti che sfidavano la gravità impilati su ogni superficie. Nella mia mente c’era già un film. Sy ha detto di no. Doveva andare fino in Europa per incontrare fonti che vivevano a due passi da casa sua a Washington e filmare era troppo rischioso. Ho continuato a chiederglielo finché non ha accettato.” (Laura Poitras)

“Il giornalista Seymour Hersh ha la reputazione di essere un lupo solitario. Eppure in un modo o nell’altro siamo amici e collaboratori occasionali da oltre trent’anni. E da anni avevo il desiderio di fare un film su di lui. Un desiderio diventato sempre più urgente con l’aumentare delle forze schierate contro il giornalismo investigativo a livello globale. Sy, a mio avviso, è un esempio del ruolo del giornalismo investigativo nell’interrogare i potenti e nel plasmare la storia. Cover-up è un ritratto di questo reporter iconoclasta e del suo posto unico nel pantheon del giornalismo americano.” (Mark Obenhaus)