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Remake

Regia di Ross McElwee vedi scheda film

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La recensione su Remake

di port cros
8 stelle

82ma MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2025) – FUORI CONCORSO (Non Fiction)

 

L'esperienza più devastante per un genitore, la perdita di un figlio ancora giovane, è al centro del documentario di Ross McElwee, sette anni dopo la tragica perdita del ventisettenne Adrian ucciso dalla dipendenza dalle droghe con cui combatteva da anni.

 

Il remake del titolo è quello in chiave fiction che alcuni produttori di Hollywood vorrebbero produrre del documentario del 1986 di McElwee, Sherman’s March  , anche quello dedicato alla famiglia e agli amici, nonché alla propria condizione di single ed alle difficoltà che allora incontrava a trovare una compagna per costruire una famiglia. Ne ricontriamo una protagonista, la migliore amica del regista che allora lo pungolava con tagliente ironia, e che oggi ha la memoria cancellata dall'Alzheimer.

 

Ma il vero protagonista è il figlio perduto, a cui la voce narrante dell'autore si rivolge in prima persona : il regista, memore della farse della nonna “tutto comincia e finisce in famiglia” , fin dagli esordi ha posto al centro della priora attività di documentarista la sua vita personale e familiare e la cerchia degli amici più cari, dispone pertanto di uno sterminato archivio di video in cui compare il figlio a partire dall'infanzia fino alle ultime settimane di vita nel 2016, per cui vi era abbondanza di materiale per questo documentario, ma tuttavia egli si interroga se questo sia una cosa positiva o se piuttosto riduca Adrian ad un personaggio che non assomiglia alla persona che è stato .

 

scena

Remake (2025): scena

 

Guardare Remake è come leggere un diario del dialettico rapporto padre/figlio attraverso i video girati per quasi trent'anni, dall'infanzia in cui lo idolatrava all'adolescenza e giovinezza quando Adrian spesso rimprovera il papà di non aver saputo o voluto cogliere vantaggiose opportunità di carriera e invece coltiva i propri progetti artistici e imprenditoriali, destinati purtroppo ad essere spazzati via dalla dipendenza negli ultimi anni, documentati dallo stesso giovane con altri video di disarmante sincerità. Vediamo anche come proprio alla Mostra di Venezia nel 2011 il ragazzo accompagnò il padre a presentare il documentario Photographic Memory.

 

Tuttavia l'autore non si limita ad un tributo e ad una cronaca dei problemi di dipendenza del figlio, si interroga anche sulla proprie responsabilità, ponendosi la domanda se come padre abbia fatto abbastanza per aiutarlo e tentare di salvarlo e venendo assalito dall'atroce dubbio se con la sua ossessione per riprendere ogni aspetto dell'esistenza non possa aver contribuito al malessere esistenziale del figlio che lo ha portato a cercare rifugio negli stupefacenti.

 

L'elaborazione del lutto di Ross McElwee , pur non indulgendo mai nel piagnisteo né cercando la pietà dello spettatore, è indubbiamente l'opera più straziante della Mostra 2025: una testimonianza estremamente intima e personale, così toccante e commovente che non può non smuovere l'animo nel profondo, ma capace al contempo di porre interrogativi stimolanti sul rapporto e sul confine tra arte, rappresentazione e vita.

 

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