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Girl

Regia di Shu Qi vedi scheda film

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La recensione su Girl

di EightAndHalf
6 stelle

Il nome di Shu Qi evoca immediatamente Millennium Mambo di Hou Hsiao-hsien e il suo mitico incipit, in cui è proprio Shu Qi a correre al ralenti attraverso un lungo sovrapassaggio in una città del Taiwan. Nella stessa location inizia Girl, che di Shu Qi è l'esordio registico. Il tono è altrettanto sospeso: due sorelle che camminano, una ragazza che corre nel verso opposto, la rapida inquadratura di un airone in volo, un ralenti, degli sguardi scambiati tra le due bambine. Tutto dentro un sovrappassaggio. Dato questo indizio, è possibile leggere Girl - ambientato negli Anni Novanta taiwanesi - come una sorta di rilettura della tradizione di Hou Hsiao-hsien e di Edward Yang di fare ritratti storici contestualizzati come larghi affreschi pazienti, e questo viene agilmente confermato dalla voglia di Shu Qi di allargare spesso le inquadrature, di ispezionare gli spazi della casa della girl protagonista Hsiao-li (aspettando i tempi quotidiani della sua famiglia), di percorrere le strade della città e i paesaggi delle periferie. La sospensione dell'incipit riesce a perdurare per le due ore di film, nonostante dialoghi spesso didascalici ed espliciti sul "tema sensibile" del caso (la violenza di genere nel nucleo familiare): la camera si muove come una mosca sotto morfina, e gli eventi aleggiano nell'aria come se qualcosa dovesse succedere da un momento all'altro. Quando qualcosa succede, Shu Qi è comunque anche in grado di riscolpire quell'atmosfera nella direzione di una durezza intransigente, quasi gelida, in un costante gioco di modulazioni tonali che indicano a volte maestria a volte confusione. In compenso, il rapporto fra i personaggi si gioca meccanicamente su un effetto domino di odi reciproci (il padre insultato a lavoro aggredisce e violenta la madre che a sua volta si rifà sulle due figlie, una delle quali è Hsiae-li), e il rischio è che questa macchina dell'accanimento drammatico finisca per risultare controproducente. Per fortuna il personaggio della madre, specie negli sviluppi finali, risulta interessante e commovente. Un occhio comunque nuovo, alla ricerca, per un film "palestra" che si spera dia i suoi frutti in future produzioni.

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