82ma MOSTRA INTERNAZIONALE DI ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2025) - ORIZZONTI
Michal e Zuzka sono costituiscono una famiglia felice con la loro bambina Dominika di due anni. In una torrida giornata estiva Michal, padre tenero e sollecito, porta la bambina all'asilo prima di giungere al posto di lavoro, il giornale locale che dirige e che è oberato da difficoltà finanziarie. Soltanto sei ore dopo la telefonata della moglie rivela al papà che Dominika non è mai arrivata all'asilo ed una corsa disperata al parcheggio nulla può per evitare la tragedia che si è ormai consumata.
La regista slovacca Tereza Nvotová ha tratto ispirazione da una storia vera, una delle tante che si sentono di genitori che inspiegabilmente dimenticano i bambini piccoli sul seggiolino chiusi nell'automobile: il peggior incubo immaginabile per un genitore, un tragico errore di dimenticanza che distrugge la vita del proprio figlio, dell'altro genitore e la propria. Oltre al dolore insanabile, il senso di colpa devastante , il processo per omicidio colposo e la crisi di coppia che immancabilmente segue, c'è anche lo stigma sociale che colpisce chi senza dolo ha causato la morte del figlio, esemplificato dalla figura dell'amica e collaboratrice di Michal che dietro le spalle lo giudica con severità.
L'autrice tratta la materia con partecipazione ma senza pietismi, evitando di giudicare e colpevolizzare ma anche di fare del padre una vittima da compatire. Una possibile spiegazione di tali tragedie è ricondotta ai meccanismi di funzionamento della memoria, capace di cancellare certi ricordi e di sostituirli con altri che non hanno una corrispondenza reale (Michal è sicuro di ricordare di avere portato la figlia all'asilo). La regista fa ampio uso di piani sequenza, sovente efficaci ad immergerci nella tragedia dei personaggi, ma nelle scene del tribunale eccedendo un po' con panoramiche circolari e svolazzanti. Il finale, che non mi ha convinto del tutto, è tuttavia, a detta della regista , tratto pari pari dalla vicenda reale che ha ispirato il film.
Bravo l'attore protagonista Milan Ondrík in un ruolo certamente impegnativo che ha affrontato con misura e sensibilità.
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