Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Milk Teeth

di obyone

5 stelle

Venezia 82. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.

Nell'aprile del 1989 la piccola Alina sparisce sotto gli occhi dei genitori mentre porta fuori il pattume. Mihai Mincan parte da ciò per raccontare un anno cruciale della storia romena attraverso gli occhi della sorellina Maria al quale serve tempo per realizzare ed infine metabolizzare l'accaduto.

Il film parte da un'idea interessante ma fatica a coinvolgere emotivamente. La narrazione è costituita da sequenze che si susseguono senza un preciso raccordo. Il tutto sembra piuttosto destrutturato mancando una linea narrativa continua.

È un peccato che le questioni politiche siano appena accennate. Nicolae Ceau?escu ed il regime rimangono lontani, appena accennati dai palazzi in stile socialista, dalle rovine industriali del paese e dalle candele che illuminano le serate prive di elettricità.

La polizia si occupa senza successo delle ricerche mentre il padre di Alina si arrende per primo all'inevitabile finale. Non così la madre benché la sua sconfitta sia ancor più amara ad un anno dalla sparizione.

Mentre il titolare delle indagini dispensa parole fumose e consolatorie si fa strada l'evidenza di un disinteresse generalizzato, prodotto di un regime che ha svuotato tutti di ogni speranza: poliziotti, cittadini, genitori, figli.

L'impressione è che Mincan abbia gettato molti sassolini senza far progredire la storia in un senso preciso.

Francamente incomprensibile il valore simbolico della noce che Maria porta gelosamente con sé. Sfugge il motivo per cui il frutto si trasfiguri in un cervello pulsante nei tunnel sotterrani e privi di luce dell'ex complesso industriale. Si tratta forse della ragione che conduce la bambina verso l'accettazione serena della realtà? La noce depositata nella tasca del padre sembrerebbe validare tale ipotesi ma è una percezione flebile.

Occasione fondamentalmente sprecata di realizzare un film convincente su un paese e sulla sua epoca. Un vero peccato.