Trama
Ai margini della foresta, tra fumo, oscurità e spari lontani, un gruppo di passeurs afgani attende. Oltre il confine — reale, tagliente, invalicabile — c’è l’Europa. Ma qui, nelle ore sospese della notte balcanica, il tempo si dilata. Il passaggio diventa rituale, la frontiera uno spazio mentale, la veglia una condizione esistenziale.
Con uno sguardo ipnotico e rigoroso, Ore di veglia segue senza retorica né voce narrante le traiettorie notturne di uomini in attesa. Il confine non è più una linea geografica ma una soglia percettiva: il film lo osserva come dispositivo invisibile, come campo di tensione e controllo. Cinema immersivo, fatto di luce e buio, presenza e sparizione, che sfida la distinzione tra il visibile e il dicibile.
Opera prima dei registi Federico Cammarata e Filippo Foscarini, il film è frutto di un lavoro sul campo radicale, in zone di confine dove il reale è sempre in bilico tra sopravvivenza e visione. Una frontiera raccontata senza retorica né denuncia, ma come condizione ontologica. Un cinema di immersione dove il margine diventa materia visiva.
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