Nicola non è un cinquantenne qualsiasi con la crisi di mezza età. La situazione è decisamente più complessa perché Nicola è (Santa) Klaus sedicesimo, ovvero Babbo Natale, che sopraffatto da responsabilità e ipertrofia consumistica dimentica il vero senso del Natale, e scappa rifugiandosi in una SPA.
Riuscirà la moglie a sensibilizzarlo e a riportarlo sulla retta via?
Una nuova occasione per interrogarsi sul senso del Natale nel 2025.
Con un ottimo cast (Gassmann, Ranieri, Romani, Murino), buoni effetti speciali, buona musica e una buona idea di partenza, e cioè: l'eroismo è fatto di piccoli gesti quotidiani, e anche dallo sforzo di scovare la magia fra le pieghe indurite della realtà.
La sceneggiatura di Michela Andreozzi e Filippo Macchiusi tenta, con entusiasmo e azzardo sperimentale, di ribaltare vecchi cliché e offrire un nuovo sguardo sulla festa più attesa (e disattesa) dell'anno, ma fatica a padroneggiare una mole veramente eccessiva di situazioni e di informazioni, finendo per avvitarsi su se stessa.
Senza trovare, inoltre, il giusto conforto (e la giusta sintesi) in una regia piatta e poco incisiva.
Una nuova semina, tuttavia, è stata effettuata.
Ora va fatta fruttare.
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