Regia di Neri Parenti vedi scheda film
Da diverso tempo, il ragionier Ugo Fantozzi è in pensione. Non è più utile alla "Megaditta" se non per offrire umilianti dimostrazioni riguardo la non convenienza dell'essere onesi e corretti sul luogo di lavoro, a beneficio di personale di recente assunzione. Altre umiliazioni gli giungono nella vita familiare. La nipote Ughina è selezionata per recitare in un film; Fantozzi si monta la testa, ma rimane deluso nel vedere che si tratta di una produzione d'infima qualità nella quale la oggettivamente non bellissima bambina interpreta il ruolo di una scimmietta. Fantozzi, stanco di subire, medita rivincite, ma altri fallimenti lo attendono, uno dietro l'altro; infine, il suo matrimonio entra in crisi. La separazione dalla mite e poco appariscente Pina sembra aprirgli nuove prospettive; non ha fortuna. Non tutto, comunque, è perduto. Paolo Villaggio interpreta per la settima volta il personaggio di Fantozzi; è il 1990, l'attore genovese è ormai oltre la mezza età, così come il suo soggetto, il quale è caratterizzato quale piccolo uomo insoddisfatto, alla costante ricerca di una rivincita su una vita, la quale come sappiamo, non gli ha dato mai nulla di buono, un po' a causa del suo carattere remissivo, un po' per colpa di una società competitiva ed egoista. La storia non riserva sorprese. Le vicende raccontate in questo film non si concludono positivamente per il nostro personaggio, nonostante il titolo faccia riferimento ad una "riscossa". La struttura dell'opera non ha connotati d'innovatività. Il regista Neri Parenti "aggancia" un episodio ad un altro; li accompagna la classica voce narrante. Ho trovato divertente quello che descrive il tentativo di Fantozzi di "rendersi competitivo" nei confronti di un mondo vieppiù aggressivo prendendo lezioni di teppismo da un hooligan, "residuato" dei mondiali Italia '90 - interpretato da Pierfrancesco Villaggio, figlio di Paolo - con conseguenze inaspettatamente non del tutto negative. La "determinazione malvagia" del protagonista è infatti notata dai vertici della sua vecchia "Megaditta", i quali gli offrono un ruolo dirigenziale; Fantozzi scala le posizioni della gerarchia aziendale senza comprendere d'essere un prestanome. Ne paga le conseguenze con una permanenza in carcere. Il riferimento ad un endemico stato di malaffare e malgoverno è presente anche nell'episodio di Fantozzi giudice popolare in un processo a carico di mafiosi. Il nostro ex-ragioniere è oggetto di tentativi di corruzione sempre più insistenti e minacciosi da parte di criminali siciliani con ogni evidenza affiliati degli imputati. Ho trovato gradevole anche gli episodi dedicati alla crisi coniugale del protagonista, nei quali sono in scena, oltre a Pina (Milena Vukotic), anche Filini (Gigi Reder) e la Signorina Silvani (Anna Mazzamauro), resa ancor più opportunista dai debiti, dalla solitudine, dalla depressione. E' presente nel cast Plinio Fernando, nel consueto ruolo della progenie del protagonista. L'epilogo vede concludersi positivamente la travagliata crisi coniugale; per Fantozzi non esistono alternative a Pina, e viceversa. L'ultima sequenza li mostra incamminarsi l'uno vicino all'altra, con ogni evidenza destinati ad invecchiare insieme. Forse non è amore; di certo è affetto, è stima, è complicità. La critica sociale che aveva caratterizzato diverse precedenti opere dedicate a Fantozzi, in questo episodio, è presente in tono minore, probabilmente data per implicita. Il protagonista cerca la "riscossa" prendendo varie iniziative - non è, come in altri episodi, oggetto "passivo" della volontà altrui (esempio, le tragiche iniziative extralavorative di Filini); gli esiti infausti lo convincono che è meglio accontentarsi e rimanere con ... pochi guai. Un film da sufficienza un po' stiracchiata e solo per ... affezionati.
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