Regia di Abdellatif Kechiche vedi scheda film
Per chi non lo sapesse, Mektoub' in arabo è il destino. Specie dei rapporti amorosi. Come in questo caso che chiude la triade / diade.
KECHICHE. ‘MEKTOUB, MY LOVE. CANTO DUE’.
CONSAPEVOLEZZA, ARTE, SOCIETÀ E CINEMA
Abdellatif Kechiche con Mektoub, My Love. Canto Due alla 78° edizione del Locarno Film Festival
L’amore con la A maiuscola è una trappola per ingenui. Prima c’è il desiderio e poi la sazietà
Con queste sagaci e salienti parole, citazione del film nel film, (d'epoca in bianco e nero), visto in tv dal nuovo protagonista, lo sceneggiatore autore (eccelso Shaïn Boumedine) del film di Abdellatif Kechiche, propelle verso lo sviluppo del nuovo capitolo, il secondo quasi terzo di Mektoub, My Love',Canto Due.
Che, finalmente, pare vedere la fine del tunnel e, di conseguenza, si spera la luce in sala.
Tratto dal romanzo La Blessure, la vraie di François Bégaudeau, la terza saga della intricata vicenda produttiva che da Cannes 2017, le proteste giornalistiche, abbandoni di sala, i cunnilingus di 15 minuti, la riscrittura, la causa legale, lo scioglimento della società di produzione, la riscrittura, la lite coi produttori, i tagli e il ri-montaggio, pare abbia finalmente trovato un felice incontrastato esito finale.
E pensare che è il cinema a prendere spunto dalla vita!
Ma, nel pensiero e nelle azioni del tunisino più 'intrigante' del mondo, è vero anche il contrario.
E soprattutto si pensa alla purezza, innocenza dell'idea, non per forza di cose votata aprioristicamente allo scandalo.
Infatti nella sinossi rivisitata tutto ora entra nel posto giusto. Inclusa la diatriba perenne Hollywood /Cinema d'Autore, libertà espressiva e purezza di scrittori. Versus malizia del mercato, del commercio e di chi produce cinema. Spesso non sempre gente di primo pelo.
Oltre alle perenni violenze degli inutili cambi di titoli, specie in Italia, ai tagli, concetti rivisti a tal punto che spesso snaturano completamente un'opera d'arte e la sua concezione. Alla faccia di registi e attori!
Oltre a questo gesto di arroganza economica verso cultura, idee e purezze di creazione, c'è molto, tanto di più nelle due ore e mezza in visione. Si parla anche di amore e delle valenze tributarie che spesso lo accompagnano.
Amore e profitto. E amore e gioventù. Amore e lavoro. Ovvero opportunismo.
La triade incuriosisce ed è esplorata perfettamente con gioia, ilarità e profondità dall' 'irregolare', sorprendente regista che, nel giovane protagonista rivede se stesso.
Ma il film oltre che romantico, sa essere anche riflessione sociale genotipica de le Monde arabe in Francia. Studio sociologico delle splendide diversità, ma anche e soprattuto sa divenire un film politico. Per chi vuole coglierlo.
Si esplora anche a volo d'uccello l'eterno conflitto, Occidente che sfrutta, 'stupra' l'Oriente (Usa Vs Mondo Arabo) e che non è nemmeno lontanamente consapevole della sua pochezza e insensatezza, mediata da un vuoto cosmico interiore. Per cui poi è spinto a fare guerre!
Il film ricorda un pò The Brutalist già Leone d'Argento a Venezia81.
Si racconta qui, in modo più ironico, ma non meno consapevole ed efficace, la diatriba tra committente e autore o creatività.
L'inverecondia dei primi che spesso contribuiscono con la loro superficiale tracotanza a produrre remake flop e vuoti, di chi produce bellezza pura e sentimento. Pare essere la storia vera di Abdellatif Kechiche, boicottato, autosabotato, strumentalizzato o sfruttato?
Ai posteri l'Ardua sentenza.
Il cast
Shaïn Boumedine, Ophélie Bau, Jessica Pennington, Salim Kechiouche, Andre Jacobs, Hafsia Herzi, Alexia Chardard, Dany Martial, Marie Bernard, Delinda Kechiche, Lou Luttiau, Kamel Saadi, Athénaïs Sifaoui tutti in forma smagliante e stato di grazia senza ego, in ascolto l'uno dell'altro.
Il cast tutto è energeticamente, visivamente perfetto, funzionante, ottimo ben diretto, sfondando quel muro che separa da se lo spettatore. Siamo dentro anche noi in questa bella famiglia araba, multietnica e ristoratrice, colta e seria, equilibrata e divertente.
Tutti adorabili, belli e centrati ci nutrono, non solo di cous cous, ma anche di sogni.
Non così i due americani, attrice (Jessica Pennington) e marito produttore (impassibilmente preciso Andre Jacobs) che nel loro squilibrio producono danni, innanzitutto a se stessi. Poi secondariamente a chi li crede e chi li vive. Eccelsi comunque sia nel ruolo che nell'interpretazione.
Ad hoc Shaïn Boumedine e Ophélie Bau. Iconica nel ruolo, libera e stordita, Jessica Pennington, sublime.
Ottima anche la fotografia e l'Italian touch di Marco Graziaplena, e di cui il film è ricco, oltre alla scelta musicale e i suoni. Anche la produzione di Riccardo Marchegiani e le scene di Marcello Dicarlo con scorci naturalistici siciliani, francesi a Sète e spagnoli. Insomma pienamente mediterranei..
Tutto è ora perfetto nella pellicola che diviene godibile, profonda e densa metafora dei conflitti odierni che dal piccolo, dal familiare, arrivano poi a generare guerre fratricide.
L'intelligenza di questo regista si fonda sugli stereotipi che egli ama scardinare e corroborare al tempo stesso, lasciando chi guarda più ebete di quanto già si sentisse prima.
Ma di, sicuro, più divertito.
Sinossi
Amin (perfetto Shaïn Boumedine) torna a Sète dopo gli studi a Parigi, ancora con il sogno di fare cinema e con una sceneggiatura pronta. Per caso, un produttore americano in vacanza si interessa al suo progetto, dal profondo e interessante titolo: Gli elementi essenziali dell'esistenza universale. Vuole che sua moglie Jess sia la protagonista. Ma il destino capriccioso impone le sue regole.
Chi è il regista tunisino e francese che è anche sceneggiatore, attore?
Abdellatif Kechiche dallo stile naturalistico colpisce e scatena neuroni di tutti con i suoi film dai forti accenti sociali, denuncia delle disfunzionali e assai comiche relazioni umane.
Filmografia
2019 Mektoub, My Love: Intermezzo
2017 Mektoub, My Love: Canto Uno
2013 Blue Is the Warmest Colour (La Vie d'Adèle – Chapitres 1 & 2)
2010 Black Venus (Vénus noire)
2007 The Secret of the Grain (La Graine et le Mulet)
2003 Games of Love and Chance (L'Esquive)
2000 Blame It on Voltaire (La Faute à Voltaire)
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