Regia di Vincenzo Alfieri vedi scheda film
Il film, tratto da una storia vera, racconta le 24 ore che hanno preceduto l'omicidio di Willy Monteiro Duarte, un ragazzo di 21 anni. Willy fu ucciso in 40 secondi dopo essere intervenuto in una rissa per difendere un suo amico.
Il film esplora come la violenza possa nascere da dinamiche sociali, fragilità e risentimenti che covano sotto la superficie, esplodendo in modo apparentemente imprevedibile ma in realtà radicato in una progressiva mancanza di empatia e umanità. Viene posto l'accento sulla scelta personale di fronte al male. Non si concentra solo sul gesto di Willy, ma su come le azioni (o le inazioni) di ognuno, anche quelle di chi è marginalmente coinvolto o testimone, contribuiscano al contesto che porta alla tragedia. Il regista mette a confronto l'inutile violenza della morte di Willy con il suo gesto di coraggio e altruismo, evidenziando come la società a volte sia impreparata a valorizzare e proteggere l'umanità e il coraggio. Non ci viene descritto Willy come un eroe "soprannaturale", ma come un ragazzo comune, e questo lo rende ancora più straziante. Vengono esplorate le dinamiche della provincia, le rivalità, il maschilismo e il bisogno distorto di sentirsi forti, mostrando come questi elementi si intreccino per creare il terreno fertile per la tragedia. L'utilizzo di un montaggio alternato che corre avanti e indietro nel tempo, e il metodo per mostrare le vicende dei diversi protagonisti, creando una struttura corale che offre una visione completa dei fatti. Le scene di violenza sono rappresentate in modo minimale e "freddo", senza spettacolarizzazione, per concentrare l'impatto psicologico sullo spettatore piuttosto che sulla rappresentazione grafica dell'orrore. La regia di Vincenzo Alfieri si concentra sugli sguardi, sulle tensioni e sulle emozioni dei personaggi, cercando di restituire autenticità e verità attraverso l'interazione tra attori professionisti e giovani scelti tramite street casting.
Film che ho trovato molto interessante, che esplora le cause profonde della violenza, concentrandosi sulla responsabilità collettiva e individuale di fronte all'ingiustizia. Un'opera potente che, attraverso un'interpretazione autentica e un uso del linguaggio cinematografico che mescola realtà e thriller, costringe lo spettatore a interrogarsi e a riflettere, senza lasciare indifferenti.
40 Secondi (2025): locandina
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