Regia di Aldo Sambrell vedi scheda film
Il prolifico caratterista Aldo Sanbrell si cimentò nel suo Paese in alcune prove registiche ma noi ne importammo soltanto una. Chissà come mai...
Il madrileno Aldo Sanbrell (all'anagrafe Alfredo Sanchez Brel), già presenza abituale di molti spaghetti western e che finì miseramente negli anni ottanta nelle grinfie dei vari Candido Simeone e Gabriele Crisanti che lo coinvolsero addirittura in scene esplicite con la divina Frajese, ebbe modo di cimentarsi nel suo Paese anche in qualità di regista con una manciata di films dagli esiti artistici e commerciali piuttosto dimenticabili.
Probabilmente preso da megalomania il Sambrell, nell'unica sua pellicola circolata anche nelle nostre sale, produce, scrive, dirige e interpreta in veste di protagonista assoluto un confusissimo action movie malamente scimmiottante certi noir ispirati alla letteratura hard-boiled americana.
In dettaglio, il nostro ricopre il ruolo di Brandon, un ex ispettore di polizia radiato dall'organico a causa di una situazione non ben chiarita dalla sgangherata sceneggiatura da egli stesso firmata, nella quale trovò la morte la sua adorata consorte con la quale condivideva un'esistenza improntata al vizio, decisamente incompatibile con la sua posizione di baluardo della legalità. A tal fine non aiuta certo il flashback dei ricordi; realizzati e montati in maniera raffazzonata e dilettantesca, non raggiungeranno altro fine se non quello di aumentare a dismisura il senso di straniamento e di confusione del malcapitato spettatore. Improvvisamente richiamato come unico elemento in grado di far luce su un'organizzazione dedita al traffico di quadri di Rembrandt (sic!), capeggiata dal titolare del night-club in cui il nostro è solito recarsi per affogare i dispiaceri nell'alcool, sventerà, tra un pugno e l'altro, un tentativo di golpe da parte di un generale sudamericano d'ispirazione nazista (o almeno così si evince dalle immagini di repertorio), colluso con la detta organizzazione criminale.
In cotanto pastrocchio non poteva mancare una storiellina sentimentale con una partner, credo per ragioni di budget, non esattamente avvenente, anch'essa facente parte della banda di trafficanti.
Un film visionabile esclusivamente da parte dei completisti del cinema di genere e soprattutto de-genere di una volta, caratterizzato da una messa in scena ultrapoveristica in cui l'esotismo necessario al contesto narrativo viene maldestramente dissimulato da ambientazioni in interni e da esterni notte in cui svettano automobili spacciate per americane ma con targa spagnola!!!
Pur non essendo corroborato da auspicati siparietti erotici e nonostante numerose incongruenze (perchè Brandon viene massacrato di botte completamente ubriaco nel night-club se non ha nemmeno iniziato l'indagine? E' pur sempre un buon cliente non vi pare??), il film offre comunque un numero spropositato di pestaggi, la cui violenza viene esaltata da un buon uso del ralenty; scene d'azione raffazzonate alla "buona la prima" e perle di delizioso trash, per enumerar le quali non c'è davvero che l'imbarazzo della scelta.
Si parte, a tal riguardo, dalla risibile motivazione che spinge la protagonista femminile a sottostare al ricatto dell'organizzazione criminale la quale avrebbe tra le mani (e anche qui non si capisce bene nè dove nè come) il suo figlioletto, peraltro mai visto in tutta la durata del film. Innamoratissima del nostro fascinoso supereroe, sarà convinta da quest'ultimo a costituirsi, seguito da uno scultissimo "...faccio quello che vuoi tu!!" (roba da ribaltarsi dalla poltrona!!).
Brandon, dal canto suo, incarnando quel "maschio alfa" a cui ogni donna segretamente anèla e perfettamente in linea con l'assoluta inverosimiglianza della vicenda, si dimostra in grado, armato di una sola pistola, di sbaragliare sia l'esercito privato del generale, sia l'intera organizzazione criminale (chapeau per la mira, qualcuno ha osservato!), con il capo dei cattivi e il suo inseparabile sgherro che vengono uccisi rigorosamente per ultimi (rispettivamente ultimo e penultimo per amor di precisione).
Il generale e aspirante dittatorello sudamericano, interpretato abbastanza efficacemente dal baffuto e pacioso Fernando Sancho (altro volto noto del western all'italiana) si rende invece protagonista di uno dei momenti più involontariamente esilaranti della pellicola se non anche della storia del cinema. Alle testè citate immagini da repertorio dell'esercito nazista, impressionante per numero e per disciplina, fanno da contraltare i quattro poveri disperati al seguito del detto generale raffigurato con tanto di sciabola d'ordinanza sguainata. Al termine di non so quale spedizione (forse una "marcia su Roma" in salsa latino-americana) si stravaccheranno tutti per terra a parodia di una moderna "Armata Brancaleone" con l'unica differenza che qui ci si prende sul serio!!!
Completano un cast "very cheapy" figuranti spagnoli a noi perfettamente sconosciuti, con la sola eccezione di Angel Del Pozo (anch'egli con esperienze di sceneggiatore) e dell'anziano caratterista Jorge Rigaud, uso a dar buona prova di sè in numerosi gialli d'ispirazione argentiana.
Visionato in un riversamento da uno scalcinato superotto (unico supporto a oggi disponibile) con colori sbiaditissimi e colonna sonora a tratti talmente debole da far risultare i dialoghi quasi incomprensibili, si invitano coraggiosi investitori a recuperare il negativo originale per un restauro in 4K; ciò al fine di regalare alla comunità cinefila tutta un ipertecnologico blu ray con numerosi extra.
Un unico dubbio amletico assale l'affarista che vive in me. Riusciranno le richieste, che immagino numerosissime, a coprire i costi?
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