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Queens of the Dead

Regia di Tina Romero vedi scheda film

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La recensione su Queens of the Dead

di pazuzu
3 stelle

A oltre mezzo secolo dal primo e a sedici dall'ultimo zombi movie del babbo (morto nel 2017), questo sgrammaticato Queens of the Dead sembra più una satira malriuscita che un omaggio o una evoluzione (non richiesta).

 

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In una New York City appena invasa dagli zombi, il sindaco (che ha la faccia di Tom Savini) si presenta in tv in fretta e furia a sostenere che «Tutti dobbiamo restare a casa, e per strada devono esserci solo i servizi essenziali: quindi le forze dell'ordine, i mezzi di soccorso, e i corrieri della pizza» (su! ridete!), toccando l'apice con la battuta successiva: «Questo non è un film di George Romero!».
Queens of the Dead, esordio sul lungo della figlia Tina, ha questo senso dell'umorismo qui. Che di per sé avrebbe senso, se elaborato e strutturato con coerenza (in fondo c'è chi ci hanno costruito una carriera). Coerenza che manca però del tutto in un'opera che l'autrice definisce un mash-up tra generi e stili, ma che più che altro appare come un guazzabuglio ripetitivo e poco interessante, che non sa muoversi tra i toni, e di conseguenza non fa ridere né tantomeno spaventa.

 

 

E se cotanto cognome, inevitabilmente, induce ad un confronto con l'originale, appare ancora più assurda, oltre che anacronistica, la scelta di cercare di rinverdire i fasti di un filone che in quella forma, e con quella firma, aveva già dato tutto. A oltre mezzo secolo dal primo e a sedici dall'ultimo zombi movie del babbo (morto nel 2017), questo sgrammaticato Queens of the Dead sembra più una satira malriuscita che un omaggio o una evoluzione (non richiesta), e si limita, come se ciò bastasse, a cercare di ricollocare la serie aggiornandola al 2025, ovvero ai tempi della genderfluidity, dei social network e dei monopattini, sacrificando ogni tipo di discorso politico o sociologico sull'altare di una presunta leggerezza che nei fatti è solo superficialità, caciara, vuoto.

 

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