Regia di Gianfranco Rosi vedi scheda film
82ma MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2025) - IN CONCORSO
Un documentario su Napoli: tema quanto mai vasto alla luce della ricchezza storica, sociale, culturale ed umana del capoluogo campano. Gianfranco Rosi spazia dai tombaroli di Pompei ai terremoti dei Campi Flegrei, dall'umanità dei Vigili del fuoco a maestose vedute aeree del Vesuvio, avvantaggiandosi astutamente con l’abbondanza del soggetto, che senza approfondire nulla in particolare gli permette di riempire agevolmente 2 ore di documentario dei frammenti più disparati, pur permettendosi di tralasciare la musica, Maradona e la camorra.
Visivamente gradevole grazie ad un bianco e nero nitidissimo, arricchito dalla spontanea umanità della popolazione partenopea (ho amato il maestro che dà lezioni pomeridiane collettive ai bambini), l’operazione di Rosi si limita però ad un collage di frammenti a cui manca un filo conduttore unificante. La parte sulle rovine di Pompei e sui depositi del Museo Archeologico Nazionale non è nulla che non si sia già visto nelle trasmissioni di Alberto Angela; alcuni personaggi che dovrebbero essere ripresi durante il loro lavoro , come il procuratore in visita agli scavi, stanno evidentemente recitando delle battute imparate a memoria con tanti saluti alla verità documentaristica; le mille telefonate al centralino dei Vigili del Fuoco che vengono fatte ascoltare sono eccessive ed inutilmente ripetitive, e i marinai siriani preoccupati di dover attraccare ad Odessa sotto le bombe russe c’entrano poco e niente.
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