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Jay Kelly

Regia di Noah Baumbach vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Jay Kelly

di obyone
4 stelle

 

George Clooney

Jay Kelly (2025): George Clooney

 

Venezia 82. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.

Un attore di successo sulla sessantina, Jay Kelly, è costretto da un incontro imprevisto, a fare i conti con le sconfitte personali e la solitudine. Scombussolato e toccato dall'accaduto decide, lì per lì, di fare la cosa più ovvia, seguire la figlia in viaggio per Parigi e poi lungo la dorsale appenninica, provocando il caos nel suo intero entourage e portando al limite la pazienza dei propri collaboratori abituati ad esaudire ogni suo capriccio.

Noah Baumbach dirige George Clooney in "Jay Kelly" e gli cuce addosso un personaggio simile a quello che lo stesso attore recita da almeno trent'anni, cioè da quando gli piovve addosso il successo con la serie "E.R".

Il regista, orfano della compagna Greta Gerwig in scrittura, si avvale della collaborazione dell'attrice Emily Mortimer, che si ritaglia, come del resto Gerwig, un ruolo nel cast. L'assenza della bionda regista di "Barbie" alla sceneggiatura si fa sentire. O, forse, Gerwig o non Gerwig, Mortimer o non Mortimer, è il logaritmo di Netflix a farsi sentire, pesante come un macigno, dando al film, specie nella seconda parte, il peggio di sé.

Il nuovo film di Baumabach è, infatti, un contenuto buono per tutti i palati, un film in grado di intercettare il pubblico più vasto quello che paga, in tutto il mondo, un abbonamento. Come tale diffonde tutti gli stereotipi possibili e immaginabili per far sentire a suo agio la famiglia tipo, seduta sul divano con birra e patatine, sia negli Usa, che in Asia o in Australia.

Eccoci allora al cospetto dalla bucolica Toscana corredata da trenino diretto Parigi-Pienza (!?) anni '50 e da automobili e taxi anni '80. Dove li avranno trovati? Alla solita masnada di caciaroni che trasformano il vagone in un party si aggiunge una storia non certo originale che fa sembrare "Jay Kelly" una brutta copia declinata al maschile di uno dei film più riusciti di Baumbach , ovvero"Frances Ha".

Insomma Netflix impone il suo (non) stile, vuole una serie di elementi che colpiscano l'immaginario comune soffocando, così, l'originalità tipicamente "indie" del cinema del regista americano. Dei suoi esordi rimangono le porte aperte da Kelly sul passato, i siparietti tra Laura Dern e Adam Sandler, qualche eco alleniena che per altro va a spegnersi rapidamente. Bravo Adam Sandler nel ruolo dell'agente. Sprecato il talento di Laura Dern.

Per Noah Baumbach, al terzo film con il marchio streaming più famoso, non resta che riconsiderare le proprie priorità per non rimanere strangolato da un software che riduce tutto ad una percentuale di gradimento e d'incasso.

Onestamente non vedevo la necessità di mettere una commediola del genere in concorso, tanto meno di produrla.

 

George Clooney

Jay Kelly (2025): George Clooney

 

 

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